Guerre Stellari e la Terra di Mezzo: Universi mitici e Mondi Secondari
di Eduardo Segura - Traduzione di Claudia Manfredini

ualche altra parola prima di chiudere: le fiabe sono "roba da bambini"? O, in ogni caso, sono i bambini i principali lettori delle fiabe? Chiaramente non è questo il luogo per discutere a lungo una questione così complessa. Comunque, commenterò brevemente il concetto di "bambino", così come esplicitato da Tolkien nel suo saggio Sulle fiabe. George Lucas ha un concetto molto simile di ciò che sono le fiabe, a giudicare dalle coincidenze etiche tra i due mondi fittizi.
"Se la fiaba, in quanto genere letterario, è degna di essere letta, essa dovrebbe essere scritta per (e letta da) adulti. Sicuramente, essi vi metteranno dentro e ne trarranno fuori molto più di quanto possano fare i bambini". Questa opinione sprezzante sulle fiabe come "infantili" suppone una visione peggiorativa dei bambini, e proprio dal punto di vista di una delle più belle virtù dell'infanzia: l'innocenza, la capacità di avvicinarsi alla verità (di qualunque tipo essa sia) senza pregiudizi. L'infanzia significa profondo desiderio della pura saggezza. Chesterton scriveva che i bambini sono esigenti, perché essi giudicano la coerenza delle azioni in un racconto sulla base di un senso di giustizia non alterato dalla tendenza degli adulti all'indulgenza, proprio come fanno nella vita reale. Soprattutto i bambini vogliono conoscere, vogliono imparare, piuttosto che capire in senso razionalistico. Da questo punto di vista, l'"infanzia" perde le sue connotazioni puramente cronologiche.
Come dice Tolkien: "Le fiabe non dovrebbero essere associate in modo particolare ai bambini. Certo, sono associate con loro: è naturale, perché i bambini sono esseri umani e le fiabe sono un piacere naturalmente umano (benché non necessariamente universale)". Non tutti i racconti saranno graditi da ogni singolo ragazzo o ragazza, né la chiave di lettura principale può basarsi sull'età degli individui. Sarebbe più onesto accettare il fatto che il gusto per questo genere letterario dipende dalla capacità di conservare un cuore fanciullo: uno spirito giusto e coraggioso, e tuttavia aperto alle sfide della verità. La vita quotidiana diventa, in questo modo, essa stessa una fiaba, dato che l'esistenza di ciascuno è il campo di battaglia su cui queste sfide devono essere accettate e vinte. Lungo la strada, le fiabe ci donano la Consolazione, eco di ciò che non è ancora, ma che sicuramente sarà. Nel frattempo, noi aneliamo ad esso con tutto il nostro cuore. Come fanno i bambini.


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