L'Indefinibile Terra d'Ombra
di Leif Jacobsen - Traduzione di Alex Cabrini, adattamento e cura di Gianluca Comastri

n altro tema familiare che si ritrova nelle opere di Tolkien è la caduta del Bene. Durante tutta la nostra stessa storia, la più famosa è quella di Lucifero, come raccontato nella Bibbia. Nel mondo cinematografico, un ulteriore esempio si ritrova nella caduta di un cavaliere Jedi, nella trilogia di Guerre Stellari. Anakin Skywalker diventa il malvagio Darth Vader quando sedotto dal lato oscuro della Forza. Nelle cronache della Terra-di-Mezzo possiamo vedere numerosi altri esempi di ciò. Ci sono comuni mortali che, tentati dal lato Oscuro, scelgono di cambiare schieramento. Ingordigia e ambizione sono le ragioni principali per la loro defezione. Essendo promessi loro ricchezza e posizioni di potere, cedono alle tentazioni. Essi abbandonano quello in cui una volta credevano, e seguono il sentiero dell'agio nella ricerca di dissolutezza, spesso influenzati da un qualche grande potere. Per un mortale, ovvero uomini, nani, hobbit, ecc.., questa è un'umana caduta. E' sbagliato, ma gli errori e sbagli d'un uomo di mente debole possono esser trascurati. Egli gioca solo una piccola parte nel grande schema del mondo. Il tempo dell'Uomo sulla terra è limitato e da qualche parte in questo corto sentiero, egli è destinato a fallire, in un modo o nell'altro.

La caduta di quelli che posseggono grazia divina è un affare di natura un po' più complicata. Come nella maggior parte delle altre, nella mitologia tolkeniana esistono esseri di natura simile a quella divina. Il Creatore, Eru Ilúvatar, esiste al di fuori dell'universo, ma ha posto alcuni dei suoi sottoposti a capo del mondo. Questi semidei, Valar e Maiar, non interferiscono normalmente con le genti e le creature del mondo. Essi non dimorano all'interno dei confini fisici del mondo.

In tempi di necessità, però, inviano qualcuno di loro ad aiutare i popoli della Terra-di-Mezzo. Essi appaiono spesso in forme simili a quelle umane, con poteri limitati, e la loro vera identità nascosta. La loro missione è di guidare ed aiutare, senza mutare loro stessi l'ordine delle cose. Alcuni di questi, ed uno è lo Stregone Saruman, falliscono nella loro missione e divengono servi del lato oscuro. Avendo a che fare con i grandi problemi dell'universo, essi cadono nella tentazione del potere e al posto di servire i loro superiori e la causa del bene, utilizzano questo potere investito in loro per farsi autocratici signori del mondo. Invece di aiutare la gente bisognosa, essi cercano di renderla schiava. Vogliono che la loro volontà governi sulla volontà degli altri.

Il fallimento del personaggio divino è di certo un disastro più grande rispetto al fallimento dell'uomo comune. Le conseguenze sono spesso più gravi e cataclismiche, ed il crimine più difficile da dimenticare. Intendo studiare i personaggi caduti di Gríma Vermilinguo, un uomo dei Rohirrim, e Saruman lo Stregone, uno dei Maiar minori inviato ad aiutare le genti della Terra-di-Mezzo nella loro lotta contro Sauron.

Al tempo della Guerra dell'Anello, Gríma è il consigliere di re Théoden di Rohan. Théoden è vecchio e stanco, e questo fatto è stato usato da Gríma. Al posto di dare consiglio su quanto è di maggior interesse per Rohan, Gríma avvelena la mente del re per servire i propri propositi. Almeno, questo è quanto pensa di stare facendo. Alla fine, non sono soltanto i suoi interessi personali che sta servendo, ma il proposito di una mente più grande, quella di Saruman, il vero signore di Gríma, ed il cervello dietro la corruzione di Rohan e del suo re. Nel suo saggio "Una battaglia per la vita", Hugh T. Keenan suggerisce che "l'orgoglio di Théoden e del suo popolo li fa isolare ed alleare con Saruman" (65, ma nella mia opinione, questo non è tuttavia vero). Non è Théoden che ricerca l'alleanza, ma Gríma, e alla fine, Saruman. Théoden non ha forza di volontà per resistere a Gríma ed ai suoi malvagi consigli, così come Gríma dal canto suo non ha la volontà per resistere a Saruman.

Seguendo la sua strada lungo la scala gerarchica, Gríma ottiene un'importante posizione come consigliere del Re. Da principio, questa posizione è stata ottenuta con le migliori intenzioni per il benessere di Rohan: "Era un uomo, e ti rese dei servigi [dice Gandalf a Théoden] a modo suo" (SdA 634). All'inizio è un uomo buono, e quasi certamente vuole fare il bene della sua nazione: "Gríma Vermilinguo, quindi, fece onesto servizio a Théoden, prima di vendersi a Saruman" (Kocher 77). Dopo aver raggiunto la posizione di consigliere, egli avverte che questa è quanto più può spingersi avanti con mezzi legali. Egli non è ancora soddisfatto. Vuole divenire re lui stesso. Mentre la mente e salute di Re Théoden si deteriorano, Gríma vede la sua possibilità una volta contattato da Saruman. Con l'aiuto dello stregone egli può ora diventare re di Rohan.

E' il pensiero del potere che provoca la corruzione di Gríma Vermilinguo, non Saruman. Man mano che l'ambizione di Gríma cresceva, cosi' faceva la sua ingordigia. Egli vede la possibilità di diventare importante, di divenire qualcosa di più grande dell'uomo comune che era all'inizio. Quando Gríma accetta il proposito di Saruman, ha già attraversato il confine tra l'essere Buono e l'essere Cattivo. I suoi piani di prendere il trono di Rohan devono esserci stati ben prima della sua collaborazione con Saruman, per poter esser ricettivo dell'influenza maligna di Saruman. Saruman non crea Gríma, egli si limita a renderlo più sofisticato, ovvero peggiore. Con l'aiuto di Saruman, Gríma vede la possibilità di realizzare i piani che l'hanno corrotto. Piani che probabilmente non sarebbe stato capace di portare a buon fine per conto suo. E' il potere in sé stesso a corromperlo in principio.

Il terzo nemico di Gríma, insieme al potere ed a Saruman, è la sua mancanza di forza mentale. Egli non possiede la forza di volontà per resistere alle tentazioni a cui viene esposto. E' un uomo di semplice origine, e. in qualche modo, di mente debole, anche se "è ardito e sfrontato" (SdA 633). In primo luogo, egli non avrebbe dovuto immischiarsi negli affari dei Grandi. Trovandosi qui, non è forte abbastanza da separare gli interessi di Rohan dai propri. Ci vuole un uomo di grande potere e nobile lignaggio, come Aragorn, il lungo atteso re di Gondor, per ergersi contro la grande marea del Male. Gríma non pensa in grande, come dovrebbe fare un uomo in posizione di potere. Il principale interesse di Gríma è come divenire re di una trascurabile nazione, e come conquistare la mano della principessa Èowyn attraverso l'inganno: "Troppo l'hai osservata [Eowyn] con quegli occhi socchiusi e seguita a passo a passo" (SdA 634). E, alla fine, tutte le cose promessegli da Saruman. Egli non possiede quanto occorre per esser re.

Quando Gríma viene rimosso dal potere da Gandalf, gli viene offerto perdono da Re Théoden: "È questa la tua scelta: seguirmi in guerra, e mostrare a tutti noi nella battaglia se sei sincero" (SdA 635). Come è spesso il caso con personaggi caduti a cui viene offerto perdono, egli lo rifiuta. E' troppo orgoglioso per accettare questo nobile gesto. Egli fugge invece ad Isengard e dal suo signore. Continua a percorrere il sentiero del male anche se poteva espiare per i suoi crimini e riprendere il suo ruolo nella gerarchia di Rohan, ovvero il cittadino comune che era un tempo. Egli è troppo coinvolto nelle faccende del Male, e l'orgoglio gli impedisce di tornare Buono.

Kocher puntualizza sull'ironia del fatto che il Male finisce per servire il proposito del Bene (46-47). Questo è un fatto che c'entra moltissimo con Gríma Vermilinguo. Nel suo cieco odio per il proprio signore, Gríma cerca di uccidere Saruman nella torre di Orthanc: "Vermilinguo.dà prova della "miglior" compagnia alla torre, non per Saruman, ma per quelli al di fuori, in quanto nel suo odio getta di sotto il palantir[7], l'oggetto più prezioso in tutto il reame di Saruman" (Helms 102-103). Persino il suo ultimo atto di malvagità serve il Bene; l'uccisione di Saruman. L'omicidio viene di nuovo commesso in uno stato di puro odio. Egli odia Saruman più di qualunque cosa al mondo, però non può separarsi dallo stregone. Gli manca la forza di volontà per prender posizione contro il suo signore. E' soltanto quando l'odio è troppo grande per esser ignorato, che può liberarsi dal fardello mediante omicidio. Egli trova la pace, non nel pentimento e salvazione, ma nel puro odio. Il personaggio di Gríma Vermilinguo supporta definitivamente le tesi di questo saggio: egli è malvagio ma siccome era solito esser buono, ha percorso la lunga e complessa strada sulla scala dell'allineamento. Egli non era nato malvagio.

Saruman è di stirpe divina. Attorno all'anno 1000 nella Terza Era, egli giunge alle spiagge della Terra-di-Mezzo. Viene mandato dai Valar, con il consenso di Eru Ilúvatar, per aiutare Elfi e Uomini nella lotta in arrivo contro Sauron. Saruman è infatti un Maia, ovvero una delle divinità monori, ed il suo nome originale nell'Ovest è Curunir. Egli viene più tardi seguito da quattro altri Maiar, chiamati tutti e cinque insieme, Istari, dei quali Gandalf è l'ultimo e, come risulterà in seguito, il più saggio e il più potente. Gandalf è anche l'unico che porta a termine il suo compito originario, e in seguito, ottiene il permesso di ritornare all'Ovest.

Questi Maiar sono chiamati stregoni. Non significa che siano maghi e posseggano grandi poteri magici. Sono chiamati stregoni per l'associazione con la parola saggio, e possiedono solo limitate abilità magiche. "[Gli Istari] possiedono. un'eminente conoscenza della storia e della natura del Mondo" (Racconti Incompiuti 388). Essi appaiono sotto le spoglie di uomini normali, e rivelano a molto pochi la loro vera identità. E' loro severamente vietato mostrarsi nella loro vera forma maestosa. Ancor più, e' loro proibito di cercare di controllare le menti di Elfi e Uomini mostrando i loro poteri divini. Gli stregoni sono inviati per aiutare ed assistere all'interno dei confini psichici della Terra-di-Mezzo, così come in quelli fisici, nella lotta contro un altro Maia, chiamato Sauron, semplicemente per pareggiare la bilancia tra Bene e Male.

Ma neppure gli esseri divini sono infallibili. Poco a poco, Saruman viene tentato dal grande compito a lui assegnato, e dal grande potere investito in lui. Pochi possono equivalerlo. Nell'Ovest, è soltanto uno tra i tanti. I suoi poteri non possono competere con i poteri dei Valar. Egli è infatti uno degli dei minori. Nella Terra-di-Mezzo, viene a confrontarsi col fatto di esser potente. Insieme a Gandalf, egli ha il proposito di influenzare e cambiare, senza esser contestato o impedito. Quando Sauron alla fine si rivela, sono preparati per lui. Essi saranno capaci di combattere Sauron con gli stessi strumenti che lui possiede.

Saruman diventa il leader auto-proclamatosi del mondo libero. E' a lui che la gente si rivolge in tempi di necessità, o semplicemente per cercare consiglio. Si stabilisce nella fortezza di Isengard, e qui diviene una sapiente e ben conosciuta autorità, Elfi e Uomini della Terra-di-Mezzo sanno dove trovarlo, e sanno che possono far conto sulla sua assistenza. Lentamente, Saruman diventa orgoglioso, egoista ed impaziente: "cosi' in verità lo spiare ed il gran segreto di Saruman non ha all'inizio alcun proposito malvagio, ma non è altro che un'idea folle nata dall'orgoglio" (Racconti Incompiuti, 350). Viene sedotto ed intossicato dal questo nuovo e potente ruolo come guida del mondo. Egli fallisce nel portare a compimento il compito assegnatogli: "la lorofunzione.pervertita da Saruman, [è] di incoraggiare e portare alla luce i poteri innati dei Nemici di Sauron" (Lettere, 180). Ancora, abbiamo un caso di mutamento graduale dal bene al male, non una defezione avvenuta in una notte come Muir e Wilson voglion farci credere.

Ci sono due ragioni principali per la caduta di Saruman. Una sta nel fatto che ho già toccato più sopra, l'ingordigia per il potere di Saruman. Al tempo della Guerra dell'Anello, Saruman si è alleato con le forze di Sauron. Stanno entrambi cercando l'Unico Anello. Sauron fa affidamento su Saruman, e lo vede come uno dei suoi sottoposti. Qualsiasi notizia Saruman riceve sulla posizione dell'Anello, Sauron si aspetta di ottenere da lui immediatamente, e inalterata. Saruman non ha intenzione di aiutare Sauron a trovare l'Anello. Lo vuole per sé stesso. Saruman si è alleato con Sauron solo per zprendere il suo posto come Oscuro Sire quando l'Anello alla fine arriverà in suo possesso.

Saruman non è il servo di Sauron, come Kocher puntualizza. Essi sono simili nel senso che entrambi credono nella supremazia totale. Saruman non è però l'alleato di Sauron; è in competizione con lui (68). Anche W.H.Auden sottolinea questo fatto, nel suo saggio "The Quest Hero": "tutte le alleanze di Male con Male sono necessariamente instabili e sleali poiché.il Male ama solo sé stesso" (58). Auden puntualizza che le alleanze del Male sono basate sulla paura e sulle speranze di profitto. Sauron ha sedotto Saruman, ma non lo ha completamente schiavizzato "così che Saruman cerca di prendere l'Anello per sé".

L'altra ragione principale per la caduta di Saruman è di natura più trascurabile. L'invidia è una delle debolezze umane di Saruman. In una lettera a Michael Straight, l'editore di New Republic, Tolkien scrive: "[questi stregoni sono] anche.coinvolti nel pericolo dell'incarnazione: la possibilità della "caduta", del peccato, se tu vuoi" (Lettere, 237). Gli Istari sono di natura divina, ma nelle loro incarnazioni, vengono date loro fattezze umane di mente e corpo. Non vengono risparmiate le debolezze umane, come tentazione, invidia e morte. Così, quando Saruman viene preso dall'invidia, uno dei Sette Peccati Capitali nel nostro mondo, questo prova che la sua forza di volontà non è tanto grande quanto la gente pensa che sia.

L'obiettivo dell'invidia di Saruman è Gandalf: "Saruman presto [diviene] geloso di Gandalf, e questa rivalità si muta in odio" (Racconti Incompiuti, 349). Molto presto, Saruman realizza che Gandalf è più potente di quanto lo sia lui: "Saruman [sa] nel suo cuore che il Grigio Pellegrino ha la forza più grande, e la maggior influenza sugli abitanti della Terra-di-Mezzo". Saruman è il saggio capo degli Istari, ma non è il più grande di essi. Come i pensieri malvagi iniziano a penetrare nella mente di Saruman, egli inizia a temere Gandalf. Non è in grado di dire quanto Gandalf realmente conosca dei suoi piani. Mentre gli altri trattano Gandalf con rispetto, Saruman non lo fa. Ridicolizzandolo, Saruman spera di diminuire il rispetto per Gandalf. Inizia ad opporsi a lui pubblicamente, e a disprezzare i suoi consigli.

L'invidia di Saruman ha origine nella popolarità di Gandalf. Gandalf è amato dagli abitanti della Terra-di-Mezzo per la sua onestà e gentilezza. Egli nasconde i suoi poteri, mai desiderando che la gente lo tema o veneri. Fa cose per le persone senza alcun motivo speciale, semplicemente per aiutare o divertire. C'è raramente un ulteriore motivo dietro le sue azioni. Saruman non può spiegarsi questo pensare di fare del bene senza motivo particolare. Per lui, le vite e azioni dei graziosi esseri e creature della Terra-di-Mezzo sono di nessuna importanza, a meno che essi possano perseguire la sua causa nei grandi affari del mondo. Presto l'invidia di Saruman si muta in puro odio, e da allora in avanti, si oppone ad ogni proposito che Gandalf porta avanti, e ad ogni azione che mette in atto. Lavorerebbe con lui se potesse guadagnare qualcosa da ciò, come ricevere notizie sulla locazione dell'Unico Anello, che egli desidera più di ogni altra cosa.

Il primo episodio che porta all'invidia di Saruman, è quello di un regalo a Gandalf. Nel giorno in cui sbarca sulle spiaggie della Terra di Mezzo, a Gandalf viene dato un anello da Círdan il Costruttore di Navi. L'anello è Narya, uno dei tre anelli elfici, tenuti nascosti a Sauron. Questo anello è una delle importanti armi nella lotta contro Sauron. Nelle giuste mani, esso può perseguire la causa del lato Buono. Saruman non può comprendere perché non sia stato dato a lui. Egli è il primo degli stregoni ad entrare nella Terra-di-Mezzo. Esso non sarebbe dovuto andare a lui? Anche se lui sa che Gandalf è più potente di lui, gli altri non lo sanno. Il potere dell'anello dovrebbe esser lui a possederlo, non lo stolto Gandalf.

La semplice spiegazione di questo è che Círdan riconosce la vera identità di Gandalf fin dal suo arrivo. Egli vede il reale potere investito in lui, e sa che lui è la persona giusta per portare l'anello: "Círdan.indovina in lui lo spirito più grande ed il più saggio" (Racconti Incompiuti 389). Una ragione per non darlo a Saruman può essere che Cirdan riconosca anche la vera natura di Saruman, e sappia che egli non è fatto per possedere tale potere. Círdan, un Signore Elfico, è uno dei Saggi della Terra-di-Mezzo. Egli ha vissuto per molte migliaia di anni ed ha una buona esperienza nei grandi affari del mondo.

Saruman viene completamente sconfitto nella Guerra dell'Anello. Dopo la sconfitta, Gandalf elimina ogni potere investito in Saruman. Anche a questo traditore viene data l'opportunità di pentirsi ed espiare per i suoi crimini dando assistenza nella perdurante guerra contro Sauron, ma Saruman rifiuta l'offerta. Il suo orgoglio gli impedisce di farlo. Egli non può rassegnarsi al pensiero di essere privo di potere, e di divenire un subordinato di Gandalf, che una volta era un suo sottoposto.

Uno dei grandi errori di Gandalf è di lasciare ad altri quella faccenda. Saruman non riceve alcuna reale punizione e viene soltanto imprigionato. Egli riesce a fuggire dalla prigionia e compie un ultimo atto di crudeltà. Flagella la Contea, la terra degli hobbit, con l'aiuto di Gríma Vermilinguo. Alla fine, viene ucciso da Gríma, e la sua anima respinta all'Ovest e gettata nel vuoto al di fuori dell'universo.

Perché Saruman s'arrischia di esser esiliato per sempre? Quando il compito degli Istari nella Terra-di-Mezzo viene compiuto, essi devono tornare all'Ovest: "la memoria del Reame Beato [è] per loro una distante visione, per la quale.essi [si struggono] terribilmente" (Racconti Incompiuti 390). Essi sanno che gli sarà permesso di tornare al paradiso che un tempo avevano conosciuto, e così tanto amato, a patto che rimangano fedeli alla loro missione, ed ai Valar. Essi sanno anche che se si daranno al Male, ne saranno per sempre banditi. Saruman doveva sapere di star facendo un azzardo, qui. A dispetto di questa consapevolezza, egli continua comunque coi suoi piani. Ha una tale confidenza nel suo successo, che neppure contempla un fallimento. Se riuscisse a trovare l'Anello e prendere il controllo della Terra-di-Mezzo, egli avrebbe un proprio paradiso personale. Un paradiso infine buono come l'Ovest, in accordo con sé stesso.

Saruman crede nella sua causa, cosi' come Boromir, Tom Bombadil e Gríma fanno. Deve farlo, altrimenti non rischierebbe quanto già possiede. La grande differenza è che la sua responsabilità è molto piu' grande. Se non possiamo fidarci delle nostre divinità, di chi potremmo allora fidarci? Saruman gioca con il destino di un mondo intero, un mondo che crede il lui e di lui si fida. Anche se egli un tempo aveva un'origine buona, non ci sono circostanze attenuanti. Egli sceglie il sentiero del Male, e la sua punizione di conseguenza è tanto severa quanto il castigo di Sauron, o di quello del signore di Sauron, Morgoth[8], ovvero la condanna a trascorrere l'eternità nell'abisso. Di certo, il Male non ha mai significato di conquistare. La distruzione è nella sua natura: "oft evil will shall evil mar ('spesso il male sarà la rovina del male', N.d.T.)" (Kocher 47).


[7] Un palantir è una sfera di cristallo usata per trasmissioni telepatiche. C'erano originariamente sette palantiri, portati nella Terra-di-Mezzo dai sopravvissuti al cataclisma di Numenor. Nel palantir, si potrebbe, tra le altre cose, vedere cosa accade in un altro palantir e, se potenti abbastanza, leggere la mente del ricevente.

[8] Morgoth era originariamente uno dei Valar coinvolti nella creazione dell'universo. Egli era conosciuto come Melkor, e visto come uno dei più potenti Valar, prima della sua caduta. Sauron non era altro che il luogotenente di Morgoth, prima che Morgoth fosse sconfitto e gettato nel vuoto esterno, nella Prima Era.

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