L'Inizio del Tempo
di Ilaria Gelichi "Eliadelin Tindómiel"

li Ainur, i "Santi" furono creati da Eru Ilúvatar all'inizio del tempo; dopo che essi ebbero contemplato nella Visione ciò che avevano creato con la loro Musica, Eru Ilúvatar inviò nel Vuoto la Fiamma Imperitura poiché essa fosse il cuore del Mondo; così Eä, il "Mondo che è", prese vita. Fino ad allora gli Ainur erano stati esseri di puro spirito, ed abitavano le "Aule Atemporali". Dopo la creazione del Mondo, alcuni fra loro desiderarono recarvisi, mentre altri vollero restare con Ilúvatar. Coloro che decisero di abitare Eä prendendo una forma terrena, si possono suddividere in due popoli: i Valar, che erano solo quindici, ma più potenti, ed i Maiar, più numerosi ma meno potenti.
Quando i Valar ed i Maiar vennero per la prima volta nel Mondo, vollero ricreare la bellezza e la perfezione della Visione che avevano contemplato; ed iniziarono così a plasmare la terra ed a dare forma a tutto ciò che non ne aveva. La guerra però rovinò le loro fatiche, poiché Melkor, il più potente dei Valar, che si era ribellato ad Ilúvatar fin dai tempi della Musica, era invidioso del loro lavoro e delle cose che avevano creato.
Infine i Valar stabilirono la loro prima dimora su Almaren, una verde isola nel Grande Lago al centro della Terra di Mezzo. A quel tempo, Arda era illuminata dalla luce delle due Lampade dei Valar, una a Nord chiamata Illuin, ed una a Sud, chiamata Ormal: Almaren si trovava proprio nel punto in cui la luce delle due Lampade si fondeva. Iniziò così l'Era delle Lampade, chiamata anche Primavera di Arda, che finì quando Melkor ruppe le Grandi Lampade e distrusse l'isola di Almaren con i suoi splendidi e verdi giardini.
I Valar decisero così di lasciare la Terra di Mezzo ed andarono ad Ovest, nel continente di Aman protetto dalle Pelóri, le montagne che essi stessi innalzarono in difesa della loro dimora. Così nacque il secondo reame dei Valar, molto più bello del primo, e fu chiamato Valinor; al di là delle montagne fu costruita la città dei Valar, Valimar, dalle grandi aule, torri e dalle molte campane. Poco dopo Yavanna creò i Due Alberi, Telperion dalla luce argentata e Laurelin dalla luce dorata, e tutto Aman fu illuminato dalla loro luce fino alle Pelóri: il regno dei Valar era di incredibile bellezza.

Valar Valier
Aulë Estë
Irmo Nessa
Manwë Nienna
Melkor Vairë
Námo Vána
Oromë Varda
Tulkas Yavanna
Ulmo  

Aulë è il Signore della terra, il padrone dei mestieri e dei materiali di cui è fatta Arda ed è chiamato anche "Il Fabbro" poiché ama costruire e plasmare le cose, soprattutto pietre e metalli. Egli fece di più rispetto agli altri Valar durante la costruzione di Arda: su richiesta di Yavanna fu lui a costruire le Lampade dei Valar ed in seguito forgiò Angainor, la catena con la quale Melkor fu legato, ed i vascelli del Sole e della Luna. Fra i Nani, Aulë è chiamato Mahal, che significa "l'Artefice", poiché fu lui a creare i primi Sette Padri dei Nani plasmandoli da terra e pietra ancora prima che gli Elfi si destassero. Ilúvatar non punì Aulë per questo, ma non volle che i Nani venissero prima dei Primogeniti: ordinò quindi ad Aulë di addormentare i Sette Padri in luoghi remoti fino alla venuta degli Elfi.
Aulë non insegnò la sua arte solo ai Nani, ma anche agli Elfi Noldorin, che appresero così a lavorare la pietra e le gemme. La dimora di Aulë si trova nel centro di Valinor, e sua sposa è Yavanna Kementári. Per pensieri e per carattere egli è vicino a Melkor e quest'ultimo è sempre stato geloso delle fatiche compiute da Aulë, che sempre rovinava. Al contrario di Melkor, però, Aulë è sempre rimasto fedele ad Ilúvatar, opponendosi al male.

Estë è la Signora del riposo ed è la sposa di Irmo (chiamato anche Lórien). E' chiamata anche la "Guaritrice", perché dalle sue fonti tutti possono trarre sollievo nel corpo e nell'anima dai loro fardelli. Estë è chiamata anche "La Gentile" o "La Signora di Pace e Riposo" e di giorno è solita riposare su un'isola nel lago Lórellin, nei giardini di Lórien.

Irmo è il minore dei Fëanturi, i signori di spiriti, ed è chiamato anche Lórien, dal nome dei giardini in cui dimora. Sua sposa è Estë e come lei anch'egli riposa di giorno; suo fratello maggiore è Námo (chiamato anche Mandos). E' chiamato anche il Signore delle Visioni e sei Sogni, poiché oltre a curare gli spiriti, intuisce i desideri e le speranze dei Figli di Ilúvatar. E' generoso e suggerisce pace interiore, benché il suo sguardo sia infiammato da un fuoco particolare; appare alto, snello e vestito di un blu simile al colore degli alberi nelle notti di plenilunio.

Manwë è il Re dei Valar, ed è chiamato anche Súlimo, cioè Signore del Respiro di Arda, perché ama l'aria, i venti e le nuvole, nonché tutti gli uccelli, ed essi rispondono al suo volere. Egli è il signore di Arda e di tutto ciò che è in essa; è lo spirito più potente che esista, dopo Eru, e solo Melkor può eguagliarlo poiché è suo fratello. Varda è la sposa di Manwë, ed il loro amore non conosce limiti; quando siedono uno accanto all'altra nella loro dimora su Taniquetil, il più alto picco delle Pelóri, gli occhi di Manwë possono vedere ogni cosa sulla superficie delle terre e del mare e il suo sguardo attraversa nuvole e nebbie. Quando è irato, la sua rabbia genera le tempeste che si riversano su Arda.
Essendo il Re di Valinor, egli è anche capo del Consiglio dei Valar e le sue decisioni comandano su tutte le altre nell'Anello della Sorte. Ha molti titoli: è considerato capo, maestro, consigliere e sovrintendente del suo popolo, nonché, con Varda sua sposa, guardiano dei Vanyar, che vivono sui pendii tra il suo Palazzo e la città di Valimar. Manwë non riesce a comprendere la natura del Male, data la sua incrollabile fede in Eru e la sua vicinanza all'Uno, e questo è il suo maggior difetto. Egli, infatti, non comprese mai quale pericolo si nascondesse dietro l'Oscuro Nemico, né si accorse della gravità delle congetture di Sauron. Ma il Re dei Valar agì bene in molte situazioni anche grazie ai consigli della moglie Varda e del Vala Ulmo.
Manwë appare saggio, con barba e capelli bianchi, vestito di blu. Ha la pelle chiara e gli occhi blu cielo, nei quali risplendono molte stelle, conferendogli uno sguardo luminoso.

Melkor è il Signore Oscuro ed il suo nome, in Quenya, significa "Colui che si leva in Possanza". All'inizio del Tempo, egli era fratello di Manwë nella mente di Ilúvatar, e ne era felice, dividendo con lui il potere; fu nella Grande Musica che iniziò a creare discordia, e da lui ebbe origine tutto il Male. Come Aulë, egli voleva creare cose secondo il suo desiderio, senza dover essere legato a ciò che aveva osservato nella Visione; ma a differenza di Aulë, dopo essersi recato su Eä, Melkor si ribellò apertamente distaccandosi da Ilúvatar e dagli altri Valar, e il suo nome non fu più pronunciato fra loro. Dopo il furto dei Silmaril, fu chiamato Morgoth, che in Quenya significa "L'Oscuro Nemico", ma anche Bauglir, "Il Costrittore", o Belegurth, che in Sindarin significa "Grande Morte".
Melkor fu la causa delle molte discordie fra gli Elfi e fra gli Uomini e delle grandi battaglie dei Tempi Antichi. Fu lui a creare la razza degli Orchi, catturando gli Elfi e corrompendoli con arti malefiche, poiché non aveva il potere di creare esseri viventi. Ma anche molti dei Maiar furono attirati dal suo potere e divennero suoi servi; il più famoso e crudele di questi è Sauron, il Luogotenente di Morgoth.

Námo è il Governatore della Sorte, ed è chiamato più spesso Mandos, dal nome del luogo in cui si trovano le sue aule, all'estremo Ovest della terra di Aman. Il suo nome significa "Giudice", poiché è lui che proclama il destino degli spiriti. E' il maggiore dei Fëanturi, fratello di Irmo e Nienna.
Nelle sue aule, le Case dei Morti, egli raduna gli spiriti dei Primogeniti che sono morti, in attesa della fine del Tempo. Nessuna delle anime può lasciare le aule senza il suo consenso, e persino Melkor vi fu imprigionato per tre ere, data l'impossibilità di sfuggirvi.
Námo indossa una maschera di malinconia e tristezza, ed un abito nero; è alto, pallido, senza capelli e con occhi scuri. La sua unica compagna, a parte la sorella Nienna, è la sposa Vairë.

Nessa è la Signora della Gioia e della Festa, ed è la bella sposa di Tulkas, nonché sorella di Oromë. A parte Vána, ella possiede lo spirito più selvaggio di tutte le Valier, e la sua mente è sempre sgombra da preoccupazioni. Nella sua celebrazione della vita, a Nessa piace correre nei boschi, ridere, gioire, ma soprattutto danzare. A Valimar danza sui prati sempre verdi ed incarna i sentimenti di gioia e letizia. Ama i daini, che la seguono ovunque, ma che ella supera nella corsa.
L'aspetto di Nessa è quello di un'agile ma graziosa giovane donna dai capelli rossi e dagli occhi verdi come i prati su cui danza. Divenne moglie di Tulkas durante la Primavera di Arda, quando le Lampade illuminavano ancora la Terra di Mezzo ed i Valar vivevano felici nella verde isola di Almaren.

Nienna è la Signora delle Lacrime, ed è la sorella dei Fëanturi, Irmo e Námo. Le sue aule si trovano ai confini occidentali di Aman, sulle sponde del Mare Esterno, dove dimora da sola; ella è l'antitesi di Nessa, l'incarnazione del Dolore e della Sofferenza, e non si reca mai a Valimar dove c'è sempre festa, ma preferisce le aule del fratello Mandos, dove conforta le anime in attesa. Nienna non soffre per sé, ma per il Dolore arrecato ad Eä ed a coloro che vi dimorano; insegna la Pietà e la Pazienza ed imparò molto da lei il Maia Olórin, conosciuto più tardi nella Terra di Mezzo col nome di Gandalf.
Nienna prese parte alla creazione dei Due Alberi di Valinor: bagnò con le sue lacrime il colle Ezellohar, dove essi crebbero, e quando furono distrutti pianse di nuovo sui loro resti ripulendo la sporcizia lasciata da Ungoliant e facendo sì che producessero l'ultimo frutto e l'ultimo fiore, che divennero poi il Sole e la Luna. Nienna rappresenta la coscienza di Eä, e senza di lei è probabile che i Figli di Ilúvatar non avrebbero potuto sopportare le sofferenze nella loro vita.
Nienna è pallida, con le guance rosee solcate dalle lacrime e gli occhi rossi dal pianto; cammina lentamente, ma grande è la forza dei suoi occhi in lacrime.

Oromë è il Signore delle Foreste, Tauron in Sindarin. E' chiamato anche il Cacciatore dei Valar, poiché ama cavalcare Nahar, il suo cavallo bianco, nelle foreste della Terra di Mezzo suonando Valaróma, il suo grande corno. Tra gli Elfi è conosciuto anche con i nomi Araw o Aldaron, tra gli Uomini come Béma, ed è il Vala più conosciuto nella Terra di Mezzo.
E' fratello di Nessa ed ama tutto ciò che è selvaggio, soprattutto le grandi foreste. Diversamente dalla sorella, Oromë può arrabbiarsi facilmente e divenire un nemico mortale, anche se non è potente quanto Tulkas. Continuò a percorrere le foreste anche dopo la caduta delle Lampade, inseguendo ovunque i servi di Melkor, e avvicinandosi persino alle sue terre desolate.
Oromë fu il primo a scoprire gli Elfi dopo il loro risveglio a Cuiviénen, incontrando i Priminati nelle grandi foreste della Terra di Mezzo orientale; in seguito portò a Valinor i capi delle tre stirpi degli Eldar, Ingwë dei Vanyar, Finwë dei Noldor ed Elwë dei Teleri, affinché convincessero i Quendi a trasferirsi nel Reame Beato. Dopo il loro ritorno a Cuiviénen, guidò le tre schiere nella Grande Marcia verso Ovest. Per questo motivo, ma anche perché egli li difese nella Battaglia delle Potenze, gli Elfi lo amano molto.
Oromë è bello di aspetto, e molto forte. Ha i capelli argentati ed è avvolto in un mantello bianco; assomiglia ad un turbine di vento quando cavalca nei prati illuminati dalla Luna. Sua sposa è Vána, sorella minore di Yavanna.

Tulkas è detto anche Astaldo, il Valoroso, ed è il più grande dei Valar per quanto riguarda la forza ed il combattimento. Non cavalca, perché nessuno può superarlo nella corsa e combatte a mani nude, senza armi. Può diventare un terribile nemico, ma anche un valoroso alleato, ed è temuto perfino da Morgoth. Quando combatte non si preoccupa mai, anzi prende la lotta come un gioco e ride in faccia al suo avversario senza mostrare paura. Nonostante abbia combattuto con lo stesso Melkor quando il Mondo era ancora giovane, la sua modesta intelligenza e la sua poca abilità nel dare consigli fanno sì che sia tenuto in minore considerazione rispetto agli altri Valar. Tulkas non si arrabbia facilmente, perché prende tutto, persino il combattimento, con allegria, e sa essere un amico sincero e leale.
E' entrato per ultimo in Eä, e sua sposa è Nessa, sorella di Oromë. Ha barba e capelli biondi, colorito roseo, occhi brillanti ed un profondo sorriso che dà gioia al suo volto.

Ulmo è il Signore delle Acque, ed è detto anche il Re dei Mari. Fiumi, laghi, mari, oceani e fonti sono sotto il suo dominio, ed egli vi dimora da solo. All'inizio del Tempo, prima che i Valar si trasferissero a Valinor, era amico di Manwë, ed anche quando Valinor fu creata gli rimase vicino nel pensiero, ma raramente partecipava ai concili dei Valar. Egli non ama camminare sulla Terra e neanche prendere una forma come gli altri Valar; le rare volte che lo ha fatto, chi lo ha potuto vedere è stato preso da grande paura, perché il suo aspetto è maestoso, simile ad una grande onda con l'elmo di spuma ed una cotta di maglie cangianti dall'argento al verde e la sua voce è profonda come gli abissi degli oceani che solo lui conosce. Nonostante il suo aspetto, Ulmo è amico sia degli Elfi che degli Uomini e li ha aiutati anche quando la collera dei Valar si abbatteva su di loro. Fu lui ad apparire in sogno a Turgon, guidandolo poi alla ricerca della valle di Tumladen tra i Monti Cerchianti; guidò inoltre Tuor a Gondolin, in modo che si compissero i suoi disegni. Quando Ulmo si addentra nella Terra di Mezzo da estuari di fiumi suona spesso i suoi corni, gli Ulumúri, ricavati da conchiglie, e coloro che li odono vengono presi dal desiderio del mare, che mai più li abbandona.

Vairë è detta anche la Tessitrice, ed è la sposa di Námo. Ella tesse in tele tutto ciò che avviene nel Tempo e Námo se ne serve per giudicare le sue anime; dimora con il suo sposo nelle aule di Mandos, che sono tappezzate dalle sue tele. Di carattere quieto e serio, è la sposa adatta per Námo; la sua veste è di colore viola, dalla linea triste, che le conferisce un aspetto autoritario adatto al suo ruolo.

Vána è la sorella minore di Yavanna e la sposa di Oromë; è chiamata anche la Sempregiovane. E' l'incarnazione dello spirito della vita, rappresenta la nascita ed è bella e selvaggia. E' di spirito fiero e con i suoi canti muove i cuori di chi la ascolta. Ama occuparsi di giardini, sia che essi siano nei selvaggi territori nel Sud di Valinor, sia che essi si trovino nella città di Valimar. Al suo arrivo, che sia notte o giorno, gli uccelli iniziano a cantare ed i fiori sbocciano se ella li guarda. La sua principale ancella è la Maia Arien, un potente Spirito di Fuoco: ella si è presa cura dei fiori dorati nei giardini di Vána finchè non le è stato affidato il compito di guidare il vascello del Sole.
L'aspetto di Vána è quello di una donna molto bella e imprevedibile; è graziosa e non ama le cose materiali.

Varda è la Regina dei Valar, la sposa di Manwë e la più potente delle Valier. E' chiamata con molti nomi: Elentári, "Regina di stelle", Fanuilos, la "Semprebianca", Tintallë, "l'Accenditrice", e molti altri. Ella ha avuto una parte essenziale nella creazione di Eä: ha creato le stelle, ha acceso le Lampade dei Valar ed i Due Alberi, ha benedetto i Silmaril e dato luce ai vascelli del Sole e della Luna. Varda è saggia e compassionevole, ed è grazie a lei che Manwë ha compreso l'oscuro pericolo rappresentato da Melkor, poiché egli da solo era incapace di riconoscere in lui la natura del male.
Varda ascolta costantemente le richieste di aiuto dei Figli di Ilúvatar, e riesce ad udire le loro preghiere, provengano esse perfino dai luoghi più bui della Terra di Mezzo. Fu l'invocazione ad Elbereth (così è chiamata in Sindarin dagli Elfi) insieme alla luce di Eärendil ad aiutare Sam nella tana di Shelob; e molte volte gli Elfi invocano "Elbereth Gilthoniel" quando si trovano in pericolo. Proprio i Primogeniti la riveriscono più di qualsiasi altro Vala, perché ella ha creato le stelle, che essi amano più di ogni altra cosa.
Varda dimora con Manwë su Taniquetil, la montagna più alta di Arda, nella parte orientale di Valinor. E' splendente, come la neve al sole sulle cime delle montagne, ma la sua bellezza è tale che non ci sono parole, tra quelle degli Elfi o degli Uomini, per descriverla.

Yavanna è la Dispensatrice di Frutti, ed il suo dominio sono tutte le cose che crescono sulla terra. E' chiamata anche Kementári, la Regina della Terra, ed il suo sposo è Aulë. All'Inizio del Tempo ella creò i primi semi con il suo pensiero, li benedisse e dette loro vita; ebbe una parte importante durante la creazione di Arda, perché tutte le piante, dai grandi alberi ai piccoli fiori, sono opera sua. Fu Yavanna a creare i Due Alberi di Valinor, intonando un dolce canto sul colle di Ezellohar e facendo sì che essi germogliassero; e quando furono distrutti, il suo canto, insieme al pianto di Nienna, fece sì che producessero l'ultimo frutto e l'ultimo fiore. Tra le Valier, è riverita quasi quanto Varda, ed i suoi giardini sono rinomati più di tutti gli altri. E' molto bella, indossa un abito verde ed è scintillante come un frutto appena nato sotto il Sole. Alcuni l'hanno anche vista in forma di albero, le cui foglie erano agitate dai venti di Manwë e le cui radici affondavano nelle acque di Ulmo.


 

           
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