L'astronomia presso gli Elfi
di Didier Willis, traduzione di Elena "Tintinalie" Magni

uesto articolo è dedicato a tutti i  meneldili in erba1. Raggruppa semplicemente gli elementi di astronomia che è possibile trovare nei testi di  J.R.R. Tolkien, dal Signore degli Anelli al Silmarillion. Numerosi siti web riportano queste informazioni. Ciononostante, fino ad oggi non ne ho trovato nemmeno uno che sia esaustivo e corretto - il che dovrebbe essere il minimo indispensabile, e non mi riferisco agli errori di battitura, chiaramente perdonabili. Molti propongono etimologie errate e liste incomplete. Dato che il tema mi sta a cuore, ogni volta che ne ho avuto la possibilità, ho fatto pervenire una rettifica al responsabile del sito. Ad un certo punto però, ne ho avuto abbastanza di lasciar ad altri il merito del mio lavoro, e ho deciso di offrirvi questo articolo2.

I pianeti

Il termine elfico elen «astro» non designa necessariamente una stella, ma può benissimo indicare anche un pianeta (cfr. Elemmírë per Mercurio) o un altro corpo celeste (cfr. Elenna·norë, i paesi della stella, allorquando i Numenoreani furono guidati da Eärendil). Gli Elfi avevano una visione migliore di quella degli uomini e potevano vedere più lontano senza aver bisogno di telescopi astronomici. Nel Silmarillion, una leggenda racconta la creazione dei pianeti ad opera di Varda; di conseguenza conosciamo i loro nomi elfici fino a Nettuno. Solamente Plutone era sconosciuto. Una spiegazione di tali nomi è riportata nell'introduzione dell'indice alla fine di Morgoth's Ring3.

Elemmírë Mercurio, «Il Gioiello di Stella» (elen «astro» emírë «gioiello»).
Eärendil Venere, «L'Amante del Mare» (ëar «mare» e-ndil «amico, amante»).
Carnil Marte, «Il Rosso» (caran «rosso»).
Alcarinquë Giove, «Il Glorioso» (alcar «luminosità, splendore» e-inqua «pieno»).
Lumbar Saturno, «L'Ombra Nuvolosa» (lumbo «nuvola» e/o lumbule «ombra»).
Nénar Nettuno, «L'Umido» (nen «acqua» -il nome era stato inizialmente attribuito a Urano, in seguito Tolkien sembra averlo applicato a Nettuno, per associazione con il dio degli oceani).
Luinil Urano, «L'Azzurro» ( luin «azzurro», vedere anche Nénar).

 

Le costellazioni

Siamo a conoscenza dei nomi di diversi gruppi di stelle, ma sfortunatamente non sempre sappiamo identificarli. La loro etimologia può in alcuni casi venirci in aiuto, ma alcune costellazioni restano oscure.

Telumehtar Orione, «Lo Spadaccino del Cielo» (telumë «cupola, volta, in particolare volta celeste» edehtar «soldato armato di una spada corta e larga» - termine militare númenóreano; il nome della spada in questione è ecet).
Menelmacar Altro nome d'Orione, in Sindarin Menelvagor (menel «cielo» et *macar «spadaccino» - il termine Menelmacil, con macil «spada», si incontra a volte, e si applica forse soltamente alla Cintura d'Orione).
Valacirca L'Orsa Maggiore, «Il Falcetto dei Valar».
Wilwarin Cassiopea, «La Farfalla».
Anarríma «Il Bordo(?) del Sole», costellazione non identificata (anar «sole» e ríma «margine, bordo, orlo»).
Soronúmë «L'Aquila dell'Ovest», costellazione non identificata (soron «aquila» e númen «ovest» - forse semplicemente l'Aquila o la Lira, le cui due stelle più brillanti sono Altair e Vega rispettivamente, «aquila in volo» ed «aquila in picchiata» secondo l'etimologia araba ; nella lettera 276 troviamo anche númë «discendente (che va in basso)» che gioca a favore della Lira4).
Telumendil «L'Amante della Volta Celeste», non identificata (telumë « volta celeste » e-ndil «amico, amante» - potrebbe essere la nostra Orsa Minore, la cui stella polare è fissa nel firmamento).

In Menelmacar, il secondo elemento macar non è attestato nelle Etymologies, salvo che con il senso di « commerciante » che non è chiaramente la miglior interpretazione5. Ma l'appendice D del saggio Quendi and Eldar collega esplicitamente questo vocabolo alla radice MAK già menzionata nelle Etymologies con dei derivati come macil «spada», mahta «brandire un'arma, schermirsi»6.
Il termine Sindarin Menelvagor non viene spiegato da nessuna parte, ma è possibile fare qualche ipotesi: il termine generico per  «spada» è macil, Sindarin megil (cfr. il soprannome di Túrin, in Quenya Mormakil e in Sindarin Mormegil). La desinenza -vagor che appare nel nome sindarin Menelvagor è senza alcun dubbio una mutazione di magor che sarebbe quindi l'equivalente del Quenya macar «spadaccino»7. Questo tipo di mutazioni è frequente in sindarin, ad esempio mellyn «amico» muta in vellyn nel nome composto Elvellyn8.
In Adûnaico (la lingua di Númenór) «spada» si dice molto probabilmente *zagar : cfr. il re Tar-Calmacil il cui nome Adûnaico è Ar-Belzagar; del resto, siamo a conoscenza di un Gimilzagar, con gimil «stella», cosa che ci consente di separare Bel-zagar e Cal-macil. Anche una forma coniugata azaggara «facevano la guerra» è attestata nei Notion Club Papers9. Inoltre, in questa lingua «cielo» si dice minal (minul al caso accusativo). Di conseguenza, possiamo divertirci a ricostruire il probabile nome di Orione in Adûnaico: Minalzagar.

Esercizio

Tradurre Mercurio in Adûnaico. Attendo vostri suggerimenti. Compagni d'avventura, è da questo che si riconosceranno gli autentici Númenóreani!

Stelle e ammassi stellari

Qualche stella: Helluin, identificata come Sirio (luin «azzurro») e Borgil, non identificata ma descritta come una stella rossa ne Il Signore degli Anelli. Alcuni vi hanno ipotizzato trattarsi di Marte in Sindarin, altri hanno suggerito Algol, Aldébaran o Bételgeuse. Quest'ultima ipotesi è probabilmente la più esatta, poichè questo astro è menzionato nello stesso passaggio in cui è citato Menelvagor. Etimologicamente si tratta di born «rosso, caldo» e gil «stella, astro».
Infine, abbiamo anche Remmirath, «La Rete di Stelle» . Un tempo avevo suggerito che potesse trattarsi di un ammasso stellare, per ipotesi le Pleiadi: ancora una volta il termine viene menzionato ne Il Signore degli Anelli subito dopo Menelvagor-Orione. Altri hanno proposto la Via Lattea.

 

1. Un astronomo è un meneldil in quenya, cfr. The Letters of J.R.R. Tolkien, George Allen & Unwin, 1981, lettera n°297, p. 386.
2. La critica si riferisce essenzialmente al lettorato francese. Per uno studio americano, in alcuni casi divergente dalle idee qui espresse, vedere l'articolo «Nólë i Meneldilo» (Sapienza dell'Astronomo) in Vinyar Tengwar n°12 (fanzine), 1990.
3. Morgoth's Ring, Harper Collins Publishers, 1994, pp. 434-436. In base a quest'opera, in rapporto a «Nólë i Meneldilo» (Vinyar Tengwar n°12, op. cit.), identifichiamo Nénar e Luinil come Nettuno e Urano rispettivamente.
4. «Nólë i Meneldilo» (Vinyar Tengwar n°12, op. cit.) propone unicamente l'Aquila (Aquila), senza prendere in considerazione l'etimologia araba.
5. The Lost Road, Unwin Hyman, 1987, p. 372. Essendo gli altri derivati della radice MBAKH manka- «commerciare» e mankale «commercio», la lettura makar è curiosa. Viene considerata come errata da certi linguisti, che la sostituiscono con *mankar.
6. La parte che ci riguarda dell'appendice D di Quendi and Eldar, omessa da Christopher Tolkien in The War of the Jewels, è riportata nella fanzine americana Vinyar Tengwar n°39, 1998, col titolo di «From Quendi and Eldar, Appendix D». Fare riferimento alla p. 11, note 6 e 7. Per la radice MAK nelle Etymologies, vd. The Lost Road, op. cit., p. 371.
7. Vedi in particolare la tavola genealogica della stirpe di Hador, in The War of the Jewels, Harper Collins Publishers, 1995, pp. 234-235, dove Magor, il nonno di Hador, viene soprannominato «La Spada» ('The Sword'). Tuttavia, il nome viene interpretato in modo trasparente come un mestiere o un'attitudine, sul modello di altri nomi del corpus come badhor «judice» o hador «lanciatore (di giavellotti)».
8. Tecnicamente, queste mutazioni sono delle lenizioni.
9. Sauron Defeated, Harper Collins Publishers, 1993, p. 247 e pp. 311-312.  .


Bibliografia

Testo originale: http://www.jrrvf.com/hisweloke/site/articles/geographie/astronomie/index.html

 

           
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