Storia politico militare della Terra di Mezzo
La Prima Era: guerre, armi e battaglie
di Giordano "Naerfindel" Gelmi

l primo bersaglio di Morgoth è Nargothrond. Il reame che era stato di Finrod Felagund, il più vasto, popoloso e probabilmente uno dei più potenti del Beleriand, era diventato in quegli anni una vera spina nel fianco per le armate di Morgoth. Era rimasto per anni celato ai nemici, e quando infine si era rivelato il suo potenziale aveva permesso agli Elfi di fare grandi cose.

Su istigazione di Turin, figlio di Hurin, la guerra viene infatti portata fino ai confini della Piana Vigilata (S 263) e gli Elfi cominciano a combattere in campo aperto. Orodreth, spinto dal valore e dall'ardimento del figlio di Hurin, aveva fatto costruire un ponte sul fiume Narog per permettere alle truppe di uscire compatte dalla roccaforte (S 264). Vale la pena di ricordare che fino ad allora si entrava a Nargothrond da nord, presso il guado del Ginglith attraverso una via nascosta e tortuosa lungo il fiume (S 209). Il tempo delle imboscate era dunque finito. Per qualche anno il successo arride a Nargothrond. I nemici vengono cacciati e il territorio tra il Sirion, il Narog, il Nenning e le Falas è liberato (S 264-265). Gli Orchi sono costretti ad arretrare a tal punto che Eldar ed Edain possono, volendolo, passare dallo Hithlum alle terre a sud (S 270, RI 154 e 157). In quegli stessi anni Cirdan aumenta il numero delle incursioni sulla costa, unendosi alle scorrerie di Nargothrond (RI 56). Sembra riaccendersi una tenue speranza per i popoli oppressi del Beleriand, che vedono le schiere di Morgoth perdere posizioni. E' il caso di sottolineare in questa fase un rinnovarsi dell'alleanza e dei rapporti tra il Nargothrond e i Falathrim, che uniti riescono a ottenere grandi cose. Si tratta purtroppo dell'ultima offensiva degli Eldar nella I Era, un successo temporaneo che però dà respiro alle contrade del sud.

Il fatto che gli Eldar rialzino la testa provoca infatti una durissima reazione da parte di Morgoth, e il Nargothrond si attira l'ira dell'Oscuro Signore (S 265). Come predetto da Gwindor, le scorrerie sul campo avrebbero permesso al nemico di individuare Nargothrond e di radunare un esercito per attaccarlo (RI 217). Cosa che purtroppo avviene, nonostante Gwindor, opponendosi all'amico Turin, consigli a Orodreth di attendere e preservare un seme dei Noldor e degli Uomini nella Terra di Mezzo, in attesa di tempi migliori (RI 218).

Nella primavera del 495 giungono in Nargothrond Gelmir e Arminas, due Elfi della gente di Angrod, rifugiatisi con Cirdan alle Bocche del Sirion (RI 223). Essi riferiscono a Orodreth il messaggio di Cirdan: un grande attacco si prepara da nord, dall'Ered Wethrim e dal Passo Sirion. Nargothrond non deve andare in guerra aperta, ma chiudere le porte e abbattere il ponte (S 265-266, RI 223-224); solo così la salvezza è possibile. Gelmir e Arminas hanno passato gli Ered Wethrin, più avanti delle spie del Nargothrond, e hanno visto un grande esercito radunarsi attorno all'isola di Sauron (RI 223); un poderoso attacco è imminente. Orodreth però, istigato da Turin, ignora l'avvertimento. E come dirà Ulmo a Tuor poco tempo dopo, i consigli sono stati spregiati, e il male striscia ormai nella valle del Sirion (RI 49).

Nell'autunno di quell'anno vi è un attacco al Brethil, durante il quale muore Handir (S 266); il fatto che gli Orchi abbiano attaccato duramente il popolo di Haleth proprio in quell'anno è un segnale che oramai i preparativi per l'offensiva verso Nargothrond sono pronti, e bisognava togliere di mezzo ogni possibile ostacolo che si presentasse sulla via. Come viene d'altronde ricordato ne I Racconti Incompiuti, in quegli anni in Brethil vi sono pochi uomini a causa della guerra (RI 157), e dunque la vigilanza sui guadi del Teiglin non è efficace come un tempo.

Siamo alle porte del crudele inverno quando parte l'attacco: il grande esercito cala dalla valle del Sirion e alla testa di esso vi è Glaurung. Il primo scontro si registra tra il Narog e il Teiglin; gli Orchi calano anche dagli Ered Wethrin e da Eithel Ivrin. Solo allora si scopre che l'esercito nemico è più grande di quanto riferito dagli esploratori. Nargothrond raduna le forze e la battaglia decisiva viene combattuta nella piana di Tumhalad tra il Narog e il Ginglith. Accerchiati e costretti a vedersela con Glaurung, che ha già devastato le contee circostanti, gli Elfi soccombono. Nello scontro muoiono Orodreth e Gwindor, mentre Turin si salva a stento (S 266).

Senza più ostacoli, Glaurung e gli Orchi calano sino alla città sotterranea e grazie al famigerato ponte entrano nelle aule di Felagund. Il sacco di Nargothrond si compie (S 267). Glaurung, cacciati gli Orchi, si insedia nelle caverne di Nargothrond (S 269). La schiera di Morgoth torna poi sui suoi passi con molti prigionieri (RI 159); durante la ritirata avviene l'imboscata degli arcieri del Brethil durante la quale trova la morte Finduilas, figlia di Orodreth (RI 159, S 271). Le valli del Narog e del Sirion vengono vigilate per paura che Turin insegua i prigionieri da solo o con degli aiuti dal Doriath (RI 65), cosa che però non avviene.

Caduto Nargothrond, Morgoth ha di fatto mano libera su tutto il Beleriand: il Doriath si limita infatti a difendersi, mentre di Gondolin non vi sono ancora notizie. Per gli Uomini la situazione è particolarmente critica: a differenza degli Elfi essi non hanno più luoghi sicuri in cui rifugiarsi e si trovano ormai in balia di Morgoth. Capiamo quanto si fosse spinto avanti l'Oscuro Signore dal fatto che Tuor e Voronwe, diretti a Gondolin, trovano sulla strada tra Tol Sirion e i Guadi del Teiglin schiere di Orchi che vigilano (RI 62) e pattuglie si muovono da nord e sud (RI 63). Si apprende per bocca di Tuor quali siano le aspettative e le speranze degli Eldar e degli Edain riguardo ad un possibile riscatto contro Morgoth: tutti aspettano che Turgon scenda in campo e si levi contro Morgoth (RI 50). E che a quel punto le speranze fossero tutte rivolte a Gondolin si capisce anche dal fatto che Voronwe, appena ributtato sulla terra, chiede se la gente celata è uscita (RI 53).

Ormai gli Orchi sono ovunque e Morgoth vuole prendersi tutto, anche le terre dell'ultima delle Tre Case degli Uomini che ostinatamente ancora gli resiste, quella di Haleth in Brethil (RI 178). Dal 496, anche Turin si era rifugiato nel Brethil. Egli ben sapeva quanto fosse importante la difesa dei Guadi del Teiglin (S 272) e infatti gli Uomini del Brethil tendevano agguati alle pattuglie di Orchi che scorrazzavano da nord a sud. Lo facesse intenzionalmente o no, Turin stava di fatto coprendo le spalle, almeno in parte, al regno di Thingol; o forse erano gli stessi membri della gente di Haleth che, memori dell'antica alleanza con Elwe, non volevano venire meno al loro impegno. Nel 498, in seguito a un attacco di Orchi, Turin torna a mostrarsi di nuovo (S 277). Gli Orchi, mandati da Glaurung per accertare la presenza di Turin, stavano studiando l'invasione del Brethil (RI 179), ma erano caduti in una delle imboscate. Respinti e sopraffatti in pochi tornano vivi in Nargothrond a riferire ad un Glaurung furente (RI 179-180). Nel 499, in primavera, Glaurung decide che è ora di farla finita una volta per tutte con quel gruppo di ribelli e con Turin, e pertanto marcia egli stesso verso la foresta del Brethil (S 277). Turin, avvertito del pericolo, sa che non si può attaccare Glaurung, ma bisogna prenderlo con l'astuzia (S 277, RI 182). E Glaurung cade per mano di Turin, ma anche il figlio di Hurin, travolto dal proprio fato, trova la morte. E con questo anche la sorte del Brethil è segnata e le genti dell'ultima delle Tre Case degli Uomini sono disperse.


 

           
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