Il mito degli Anglo-Sassoni
di Michael Martinez - Traduzione di Tolman

ell’ Appendice F del SIGNORE DEGLI ANELLI Tolkien scrive:

“Essendo arrivato fino a questo punto nel mio tentativo di modernizzare e rendere familiari la lingua ed i nomi degli Hobbit, mi sono visto costretti ad andare oltre. Le lingue Umane che erano vicine all’Ovestron dovevano, mi parve, essere tradotte in forme vicine all’inglese. La lingua di Rohan l’ho resa perciò somigliante all’antico inglese, dato che era legata sia (lontanamente) alla lingua Comune, sia (molto da vicino) alla lingua primitiva degli Hobbit settentrionali, ed era arcaica in confronto All’Ovestron. “…Alcuni nomi di persona sono anche stati modificati, come Ombromanto o Vermilinguo. “Questa procedura linguistica non implica che i Rohirrim somigliassero agli antichi Inglesi in alcun modo, in cultura o arte, armi o metodi di combattimento, tranne che in generale, per cause dovute alle circostanze: un popolo più semplice e primitivo che vive a contatto con una cultura più alta e venerabile, e che occupa terre un tempo sotto il suo dominio.”

Nonostante questa ammonizione da parte dello stesso autore, molta gente ha preferito credere che i Rohirrim fossero in effetti modellati sugli Anglo-Sassoni. È improbabile che riesca a persuadere i più cocciuti che la loro visione potrebbe essere errata, ma presento qui di seguito alcune osservazioni sugli Anglo-Sassoni ed i Rohirrim.

Perché Tolkien si servì dell’Antico Inglese per rappresentare la lingua di Rohan?

Forse l’argomentazione più citata per ignorare l’avviso dell’autore di non identificare i Rohirrim con gli Anglo-Sassoni è il fatto che abbia usato l’Antico Inglese per rappresentare la loro lingua. Christopher Tolkien ha pubblicato alcuni degli appunti sulla geografia e la storia della Terra di Mezzo in THE TREASON OF ISENGARD. Sulle lingue, Tolkien scrisse: “Lingua della Contea = Inglese moderno Lingua della Valle = Norreno (usato dai Nani della regione) Lingua di Rohan = Antico Inglese L’Inglese ‘Moderno’ è una lingua franca usata da tutti, (esclusi alcuni popoli separati, come a Lórien) – ma poco e male dagli Orchi” Nei RACCONTI INCOMPIUTI, Christopher Tolkien scrive: “È un fatto interessante, senza alcun riferimento, per quanto ne so, in nessuno degli scritti di mio padre, che i nomi dei primi re e principi degli Uomini del Nord e degli Eotheod sono in forma Gotica, non Antico-Inglese (Anglo-Sassone) come nel caso di Léod, Eorl, ed i Rohirrim più tardi. Vidugavia è latinizzato nella forma, per rappresentare il gotico Widugauja (abitante dei boschi) un nome gotico registrato, e allo stesso modo Vidumavi per il gotico Widumawi (fanciulla dei boschi)…Poiché, come spiegato nell’Appendice F (II), la lingua dei Rohirrim fu ‘fatta per somigliare all’antico Inglese’ i nomi degli antenati dei Rohirrim sono stati scritti nelle fome della lingua Germanica più antica. “L’antico Inglese” in realtà consisteva di vari dialetti di un linguaggio più antico parlato da molte tribù del Nord Europa. In parte per via del loro isolamento nelle isole britanniche, ed in parte per una unica mescolanza di influenze, i dialetti degli Anglo-Sassoni si diversificarono dal “tronco principale” per così dire. La divergenza fu graduale dal 5° secolo fino all’11°, quando la conquista Normanna introdusse il Francese nelle classi superiori della società Inglese. Contemporaneamente al cambiamento dell’antico Inglese ci fu lo sviluppo dell’Antico Norreno, che cominciò con uno “spostamento fonetico” che durò per circa due secoli, generalmente considerati il Settimo e l’Ottavo, per cui quando i Vichinghi (Danesi) cominciarono a stabilirsi in Inghilterra nel Nono Secolo, la loro lingua era cambiata abbastanza dal renderla “diversa” dall’Inglese Antico )e dalle altre lingue germaniche del continente). Tolkien utilizzò questo rapporto fra l’Antico Inglese e l’Antico Norreno per implicarne uno anche fra il Rohirric e la lingua della Valle, entrambe derivate da una lingua più antica che egli rappresentò con il Gotico:

Antica lingua del NordGotico
Rohirric Valle Antico Inglese Antico Norreno

Questo trucco linguistico funziona bene per i madrelingua inglesi perché L’Antico Inglese somiglia ancora all’inglese moderno per certi aspetti che si adattano meglio alla lingua di Rohan che non ai nomi dei Nani (e dei re della Valle: Girion, Bard, Bain, Brand). La lingua della Valle suona “straniera” mentre il Rohirric sembra “arcaico”, e questo effetto sottoliea la distanza fra i Rohirrim e gli uomini della Valle. In effetti, dato che gli Hobbit della Contea avevano ancora alcune parole in comune con Rohan, la lingua della Vale doveva essere più “distante” per la loro prospettiva. Perciò l’inglese moderno e quello Antico erano eccellenti scelte per rappresentare le varie relazioni fra i linguaggi. Pertanto, il fatto che Tolkien usi l’Antico Inglese per rappresentare la lingua dei Rohirrim non implica in alcun modo che si debba confutare il suo ammonimento a non identificare i Rohirrim con una particolare tirbù o nazione.

E allora, il “Beowulf”? Non è forse vero che Tolkien si sia servito di materiale dal classico poema Anglo-Sassone? “Beowulf” ha avuto una indubbia influenza sul lavoro di Tolkien, ed egli è stato altrettanto influenzato da altra letteratura Anglo-Sassone. Dopotutto, era un filologo specializzato nello studio dell’Anglo-Sassone, sebbene avesse una buona conscenza anche in altre lingue. Ma benché il Beowulf sia sopravvissuto in un manoscritto Anglo-Sassone, è un errore comune ritenere che presenti la cultura o visione del mondo Anglo-Sassone. Si suppone che il poema sia stato composto intorno all’ottavo secolo, quando gli Angli ed i Sassoni avevano ancora forti contatti con i Popoli germanici continentali. Era comune per gli scaldi viaggiare da un paese ad un altro, raccontando le stesse storie e poemi in molte regioni del nord. La storia di Beowulf si svolge in Scandinavia e riguarda i Danesi ed i Geti (un popolo della Svezia meridionale). Ci sono in effetti alcuni nomi storici mescolati fra i personaggi fittizi. Molta gente ha commentato una somiglianza fra la sala di Théoden a Edoras e Heorot, il grande salone di Hrothgar nel Beowulf. Ma Heorot era semplicemente un tipico salone nordico. Simili strutture furono costruite dagli Scandinavi e dai Germani, e non solo dagli Anglo-Sassoni. Non c’è nulla di tipicamente Anglo-Sassone sia in Heorot che nel salone di Théoden. Un altro elemento che la gente indica è la somiglianza della Consegna della Coppa da parte di Eowyn alla “Cerimonia della Coppa” degli Anglo-Sassoni. Porgere la coppa era un’abitudine fra tutte le tribù scandinave e germaniche, ed anche fra molti popoli celtici. Coppe, corni, e calderoni finemente decorati sono stati trovati in tutta Europa. In effetti, la cerimonia della coppa era così conosciuta che una cruda leggenda racconta che il re dei Longobardi costrinse la figlia dell’ultimo re dei Gepidi a sposarlo dopo la vittoria dei Longobardi, e a bere da una coppa istoriata ricavata dal cranio del padre. Beowulf era sicuramente una classica storia che eniva raccontata in molti antichi saloni nel mondo nordico. Era riconosciuto in molte terre e rappresenta quindi la cultura “Nordeuropea”, piuttosto che quella Anglo-Sassone. Perciò gli elementi che Tolkien prese dal Beowulf ed altri poemi Anglo-Sassoni come “Widsith” e “Deor” erano culturalmente parlando piuttosto generici. D’accordo, ma allora i Rohirrim erano diversi dagli anglo-sassoni in modo specifico? Certamente. Tolkien è andato nel dettagli per descrivere la cultura di Rohan. Se avesse deciso di renderli simili agli Anglo-Sassoni, sarebbe stato praticamente impossibile trovare delle differenze significative. Eppure queste ci sono. Tanto per dirne una, i sassoni erano un popolo marinaio. I Rohirrim non usarono mai navi di alcun genere. Indubbiamente avevano qualche conoscenza delle barche, ma gli Uomini del Nord di Tolkien non erano mai stati pirati nella loro storia, mentre i Sassoni entrarono nelle cronache come pirati, e non persero le loro abilità marinare per molti secoli. I Rohirrim differivano dagli Anglo-Sassoni anche per il fatto di non essere un agglomerato di diverse tribù. Quando si parla di Anglo-Sassoni ci si riferisce a molti gruppi di Sassoni ed Angli, nonché Juti e Frisi. I Sassoni erano un popolo germanico occidentale, imparentato ai Franchi, ma gli Angli e probabilmente gli Juti venivano dallo Jutland, ed erano essenzialmente Danesi. In effetti, il Danelaw, la regione dell’Inghilterra colonizzata dai Vichinghi Danesi nel 9° e 10° secolo, coincideva praticamente con tutte le antiche terre degli Angli. Tra i Rohirrim non c’è divisione tribale. Né Rohan fu mai diviso in vari regni. Ed il governo di Rohan appare incentrato in una monarchia più forte di quanto gli Anglo-Sassoni siano mai stati capaci di costruire.In effetti, la cosa più simile in Rohan ai grandi Earls Inglesi potrebbero essere i signori dell’Ovestfalda, fra cui Erkenbrand era l’unico ancora vivente durante la Guerra dell’Anello. E Tuttavia egli non solo era fortemente leale a Théoden, ma sembra essere molto più soggetto all’autorità del Re di quanto ami lo siano stati gli Earls inglesi. Naturalmente, i Rohirrim svilupparono tutta la loro cultura intorno all’uso e all’allevamento dei cavalli. Avevano anche altri animali (Éomer fa un riferimento a greggi ed armenti, da cui si deduce che allevassero pecore e forse bovini). Ma il cavallo era il centro della cultura Rohirric. Fra gli Anglo-Sassoni non esiste una società simile. I Rohirrim poi vivevano anche in montagna. Gli Anglo-Sassoni non era un popolo particolarmente montanaro. Tutte le città e villaggi Rohirric erano situate in grandi vallate, ed i loro rifugi erano difficili da raggiungere. Gli Anglo-Sassoni preferivano vivere in pianura e fra le foreste. Gli armamenti dei cavalieri di Rohan erano inoltre piuttosto generici. La migliore descrizione che Tolkien fornisce di questi guerrieri professionisti si trova nelle DUE TORRI, quando Aragorn, Gimli e Legolas vedono per la prima volta l’éored (compagnia) di Éomer che si avvicina: “In quel momento le grida di voci forti e chiare giunsero squillanti dai campi. Improvvisamente si allargarono con un rumore come di tuono, ed il cavaliere all’avanguardia deviò, passando ai piedi della collina, e guidando la schiera di nuovo a sud lungo le propaggini occidentali dei colli. Dietro di lui cavalcava una lunga fila di uomini rivestiti di maglia, veloci, scintillanti, belli e terribili a vedersi. “I loro cavalli erano di alta statura, forti e dagli arti snelli; i loro manti grigi splendevano, le loro lunghe code fluttuavano nel vento, le loro criniere erano intrecciate sui colli orgogliosi. Gli Uomini che li cavalcavano ben gli si appaiavano: alti e dalle lunghe gambe; i loro capelli, biondo pallido, fluivano sotto i loro elmi leggeri, e scendevano in lunghe trecce dietro di loro; i loro volti erano severi e fieri. In mano portavano alte lance di frassino, scudi dipinti erano appesi alla schiena, lunghe spade alla cinta, le loro cotte di maglia brunite scendevano fino al ginocchio.” Questi non sono guerrieri Anglo-Sassoni. Sembrano più Goti per certi aspetti, e somigliano un po’ anche ai Vichinghi. Ma il loro armamento non era atipico per i Cavalieri di Rohan. I Rohirrim tenevano una rassegna formale e Théoden si aspettava di radunare circa dodicimila Cavalieri (o, almeno, disse che avrebbe potuto radunarli se non ci fossero già state delle battaglie a Rohan quando Hirgon, il messo di Denethor, era arrivato con la Freccia Rossa). Per gli armamenti degli Anglo-Sassoni, Malcolm Todd, professore di Archeologia all’Università di Exeter, ha scritto questo nel suo libro VITA QUOTIDIANA DEI BARBARI: “La spada aveva un ruolo relativamente minore nell’arte guerresca dei germani prima dell’ultimo periodo Romano, e anche dopo quel periodo difficilmente era considerata l’arma del guerriero medio. Dovevano passare secoli prima che le lame Franche venissero apprezzate dai soldati Vichinghi…Le armi da taglio ad un solo filo dell’età del ferro pre-Romana furono gradualmente sostituite da spade a due tagli, ma l’introduzione di questo tipo d’arma più versatile non fu accompagnata da un significativo aumento di guerrieri spadaccini.” Più avanti scrive: “È degno di nota che nonostante i contatti frequenti con le armate di frontiera romane, le dispute endemiche fra tribù e le faide private, non ci furono grandi progressi nelle armature e nelle armi, con l’eccezione delle lame di spada, durante i secoli Imperiali. Fino al sesto secolo [500] l’armamento dei Germani poteva essere considerato solo sfavorevolmente.” E poi: “Fra i popoli Teutonici quelli più vicini ai Franchi in armamento e tattica erano i colonizzatori Anglo-Sassoni del sud dell’Inghilterra. Si è già notato che, come i Franchi e svariati altri, il loro uso della cavalleria era trascurabile. L’arma offensiva dello schieramento tipico era la lancia, di cui sono documentati vari tipi, il più noto quello con la punta a forma di foglia, o losanga. Queste punte di lancia misuravano comunemente fra i 10 pollici [circa 250 mm] ed i 18 pollici [circa 450 mm]. Il sax era portato comunemente dal guerriero del quinto e sesto secolo, nell’Inghilterra Anglo-Sassone come nella Gallia dei Franchi, ed era strettamente, quasi misticamente, associato al nome e alla razza dei Sassoni… L’armatura non è molto attestata, se non per i condottieri. Gli elmi sono menzionati tra gli Anglo-Sassoni ancor meno che tra i Franchi, e se ne conoscono solo tre esemplari – tutti e tre provenienti da tombe principesche. Le teste di soldati di rango inferiore saranno state protette da elmetti di cuoio, ma probabilmente non molte. Lo scudo poteva essere ovale o rettangolare…” Infine, riguardo all’uso degli archi (che gli uomini di Éomer avevano usato contro gli Orchi e che servirono ai Rohirrim al Trombatorrione) Todd scrive: “L’arco e le frecce, esotici nella Gallia Merovingia e nell’Inghilterra Anglo-Sassone, erano utilizzati più frequentemente da altri popoli germanici. Gli Alamanni si servivano di semplici archi non compositi a forma di D, e, molto raramente, di archi composti di vari materiali. In genere ci si serviva di osso e corno insieme al legno. “Verso la fine del periodo Romano apparve al nord l’arco lungo. Non si sa da quale parte d’Europa sia stata introdotta quest’arma ma sicuramente non dall’Impero Romano o dalle tribù nomadi. Probabilmente fu sviluppato solo dai Germani. Il fatto che circa 40 archi lunghi e vari gruppi di frecce fossero presenti nel deposito Nydam suggerisce che piccole unità di arcieri fossero utilizzate alla fine del quarto secolo contro le truppe loricate dei Romani. Alcune delle punte di freccia di Nydam sono sottili e pesanti, e quindi adatte a forare corazze.” Nei RACCONTI INCOMPIUTI Christopher Tolkien rivela molti dettagli riguardanti i Cavalieri e l’Adunanza di Rohan, troppi per essere ripetuti qui. Non si trattava, comunque, di un esercito feudale di stile Francese o Inglese. L’esercito di Rohan era diverso da qualsiasi armata mai messa in campo dagli Anglo-Sassoni, che usavano leve locali chiamate fyrds per rinforzare le truppe reali. Sicuramente anche a Rohan esistevano “leve locali”, ma queste venivano chiamte solo in casi di grave necessità. L’adunanza di Rohan, divisa in tre gruppi più piccoli, doveva difendere il paese.

E che si dice dei tumuli funerari fuori da Edoras? Non c’era nulla di particolarmente “germanico” nei tumuli funerari della Casa di Eorl, per non parlare di “Anglo-Sassone”. Benchè questi ultimi costruissero tumuli simili, altrettanto facevano gli Scandinavi (molti sono stati scoperti a Uppsala in Svezia, ed in Danimarca) e così pure gli altri Germani, e pure i Celti. In effetti, la tomba a cocchio di Théoden appare basata sui ritrovamenti archeologici di tombe a cocchio Celtiche del Primo Millennio Avanti Cristo. Si sono fatti molti paragoni fra la sepoltura a nave di Sutton Hoo e quella di Théoden. In questo paragone ci sono però molti problemi. Intanto, a Sutton Hoo i primi scavi risalgono alla fine degli anni trenta appena prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Sebben Tolkien abbia scritto il brano che descrive la sepoltura di Théoden alcuni anni dopo, nelle sue lettere o in THE HISTORY OF MIDDLE-EARTH non si menziona alcuna connessione fra le due cose. Gli scavi furono accurati ma lasciarono molte domande senza risposta, e Tolkien non appariva molto interessato a queste domande (avendovi già trovato risposta nei suoi studi). La mancanza di una nave nel tumulo di Théoden non pare infastidire molta gente poiché, dopo tutto, molte tombe a nave erano legate solo simbolicamente alla navigazione essendo modellate a forma di barca. Ma la tomba di Théoden non ha questa forma. Anche se l’ho definita una tomba a cocchio, Tolkien non dichiara specificatamente che il cocchio di Théoden sia stato inumato con lui. Il tumulo fu eretto su di una costruzione in pietra, che di per sé non è tipica delle tombe a nave, ma ricorda un po’ le tombe a cocchio (che nella maggior parte dei casi erano poste in costruzioni di legno). Devo anche far notare che molta gente trascura il significato di quanto Tolkien scrisse nella nota precedentemente citata: “un popolo più semplice e primitivo che viveva in contatto con una cultura più alta e venerabile, e che occupava terre una volta parte dei suoi domini.” In quale punto della sua storia gli Anglo-Sassoni si adattarono alla descrizione? Nel Quinto Secolo Dopo Cristo, quando ancora c’era un Impero Romano e le terre da loro occupate in Britannia facevano ancora formalmente parte di esso. Certamente ci furono più contatti fra i Rohirrim e Gondor che fra gli Anglo-Sassoni e Roma, ma questi furono in grado di osservare quanto restava della cultura Romana attraverso i loro vicini Celti e Franchi. Per alcuni i Rohirrim sono come gli Anglo-Sassoni dell’ultimo periodo, e fra in due popoli c’erano molte similitudini. Ma culturalmente gli ultimi Anglo-Sassoni non si trovavano più alla periferia di una grande civiltà, e Tolkien solo con riluttanza acconsentì ad un paragone quando gli fu chiesto se i Rohirrim somigliassero ai guerrieri dell’arazzo di Bayeux (che descrive la conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore). “Non dubito che nell’area descritta dalla mia storia (che è vasta) i ‘costumi’ di varie popolazioni, Uomini ed altri, erano molti diversificati nella Terza Era, secondo il clima, e abitudini ereditarie. Come era nel nostro mondo, anche se si considera solo l’Europa e il Mediterraneo e il vicino Oriente (o Meridione), prima della vittoria nella nostra epoca del più odioso stile di abiti (specialmente maschile o ‘neutro’) che la storia registrata ricordi - una vittoria che ancora continua, anche fra quelli che più detestano la sua terra di origine. I Rohirrim non erano ‘medievali’ nel senso comune del termine. Lo stile dell’Arazzo di Bayeux (fatto in Inghilterra) si adatta abbastanza, se uno tiene a mente che quella specie di rete da tennis che i soldati sembrano indossare è solo un goffo segno convenzionale per la maglia ad anelli stretti.” La maglia era una tradizione armoriera antica, sviluppatasi nella regione mediterranea meridionale durante il Terzo Secolo A.C. I guerrieri germanici che servivano l’Impero Romano, inclusi i Goti, indossavano armature simili e lo stile dei Rohirrim non ha da aspettare fino all’Undicesimo Secolo D.C. per trovare dei precedenti nella storia. Pertanto, in conclusione, c’erano poche similitudini fra i Rohirrim e gli Anglo-Sassoni storici con cui Tolkien era tanto familiare. I Rohirrim erano Uomini del Nord idealizzati, un popolo romantico che doveva avere in sé le migliori tradizioni dal mito, le leggende, e la storia di un popolo nordico che non era in realtà né migliore né peggiore degli altri.

Nota: T.A. Shippey, in THE ROAD TO MIDDLE-EARTH, dice che in realtà Tolkien basò i Rohirrim sugli Anglo-Sassoni.

“Ciò lo portò, in effetti, ad altre inconsistenze, o banalità. Tolkien era obbligato a fingersi un “traduttore”. Sviluppo questa finzione con prevedibile rigore, fingendo non solo di tradurre un libro ma un’intera traduzione manoscritta dietro ad esso, dai diari di Bilbo al Libro Rosso dei Confini Occidentali, al Libro del Conte di Minas Tirith alla copia dello scriba Findegil. Andando avanti sentì anche il bisogno di sottolineare l’autonomia della Terra di Mezzo – il fatto che stava solo tradugendo in modo analogo, non scirvendo i nomi così com’erano, etc. Perciò del Riddermark e della sua relazione all’Antico Inglese disse “Questa procedura linguistica [cioè il tradurre il Rohirric in Antico Inglese] non implica che i Rohirrim fossero uguali agli antichi inglesi per altri aspetti, in cultura o arte, in armi o in strategia, tranne che in modo generale dovuto alle cirtcostanze...” Ma ciò non è per niente vero. Con una solo accezione ammessa, i Cavalieri di Rohan somigliano agli Anglo-Sassoni fin nei particolari. Il fatto è che per primi sono arrivati i lunguaggi. Tolkien non li inserì in una narrazione già scritta perchè pensava che fossrero utili, sebbene questo sia ciò che finge. Scrisse la storia per presentare le lingue, e lo fece perché le amava e le considerava intrinsecamente belle. Mappe, nomi e lingue c’erano prima della trama. La loro elaborazione fu in un certo senso il modo che Tolkien usò per dare loro la carica per partire: Ma anch’esse in qualche modo offirvano il motivo per farlo. Erano “ispirazione” ed “Invenzione” allo stesso tempo, o, più accuratamente, a turno.”

Il Professor Shippey farebbe bene a stare più attento. In effetti, come già mostrato, non ci sono distinti riferimenti agli Anglo-Sassoni nella cultura Rohirric. Cioè, nulla che sia esclusivamente una tradizione o un tratto tipico Anglo-Sassone si può trovare nei Rohirrim. Molti elementi nella rapresentazione dei Rohirrim di Tolkien sono più facilmente identificabili in altri popoli, compresi i Goti e gli Scandinavi (le cui letterature Tolkien studiò intensamente e conobbe intimamente, un fatto che il Professor Sahippey non ammette nella sua elaborata argomentazione):

“Quindi “Rohan” è solo la traduzione Gondoriana per la“terra dei Cavalieri” che loro chiamavano “Mark”. Ora, non esiste una contea inglese chiamata “Mark”, ma il regno Anglo-Sassone che conteneva sia Birmingham, casa di Tolkien, sia la sua alma mater Oxford era chiamato “Mercia” – un latinismo utilizzato dagli storici solo perché il termine originale non è registrato. Comunque i sassoni occidentali chiamavano i loro vicini Mierce, chiaramente una derivazione (con mutazione della i) da Mearc: la pronuncia dei “Merciani” di questa parola sarebbe certo stata “Mark”, e questa era senza dubbio il termine comune per definire l’Inghilterra centrale. Quanto al “cavallo biaco in campo verde” che è l’emblema del Mark, lo possiamo vedere inciso nel gesso a quindici miglia dallo studio di Tolkien, a due miglia da “Wayland’s Smithy” e subito sopra i confini di Mercia e Wessex, come a segnare i termini del reame. Tutti i nomi dei Cavalieri e la loro lingua sono in antico inglese, come molti hanno notato; ma essi erano familiari a Tolkien in modo ancor più profondo.”

Il professor Shippey non dovrebbe basarsi su argomenti così deboli. “Mark” proviene da una comunissima parola Germanica sopravvissuta sul continente. “Mark” significa “marca”, o terra di confine. I Merciani erano gente di confine, che vivevano fra gli altri Angli e sassoni ed i Gallesi (gli “stranieri”, i rimanenti Celti che erano stati spinti nelle regioni occidentali della Britannia dagli invasori Germanici). L’uso da parte di Tolkien della parola “Mark” per il termine con cui i Rohirrim designavano la loro terra è una chiara estensione dell’antico costume germanico di usare questo termine per le regioni di confine. I titoli nobiliari come margravio, Markgraf, o marchese contengono tutti l’elemento “mark-“, in riferimento a un Conte di Marca, o conte di confine. Un conte era in origine un ufficiale mandato dal re a difendere una regione del paese, ed il titolo derivava dalla tradizione romana (come il Conte della costa Sassone, un ufficiale incaricato di difendere il sud della Gran bretagna dalle incursioni delle navi Sassoni):

“Come già è stato detto, tuttavia, i Cavalieri secondo Tolkien non somigliavano ‘agli antichi inglesi..tranne che in un senso generale dovuto alle circostanze: un popolo più semplice e primitivo che viveva in contatto con una cultura più alta e venerabile, e che occupava terre un tempo parte dei suoi domini’. Dicendo questo Tolkien stava stiracchiando parecchio la realtà, a volere essere gentili! Ma c’è un’ovvia differenza fra la gente di Rohan e gli ‘antichi inglesi’, rappresentata dai cavalli. I Rohirrim si denominavano Éothéod (antico inglese eoh= ‘cavallo’ + þeod= ‘popolo’); questo si traduce in Lingua Comune in ‘Cavalieri’; Rohan del resto è la parola Sindarin per ‘paese dei cavalli’. I Cavalieri più importanti hanno nomi di cavalli (Éomund, Éomer, Éowyn), ed il titolo più importante dopo il Re è il '‘Maresciallo'’ preso dal francese, ma che prende origine da un termine non registrato Germanico *marho-skalkoz, ‘servo del cavallo’ (cfr. il nome degli Hobbit Hengest). I Rohirrim non sono nulla senza la cavalleria. Di contro è famosa la riluttanza degli Angl-sassoni di avere militarmente a che fare con i cavalli. La battaglia di Maldon comincia, in modo piuttosto significativo, con l’arretramento dei cavalli. Hastings fu perduta, insieme con l’indipendenza degli Anglo-Sassoni, soprattutto perché la fanteria pesante inglese non riusci a tenere a bada la combinazione di arcieri e cavalieri. La Cronaca Anglo-Sassone nel 1055 registra con amarezza che ad Hereford ‘prima che una lancia fosse scagliata gli inglesi fuggirono, poiché erano stati costretti a combattere a cavallo’. Come potrebbero essere messi sullo stesso piano culturalmente gli Anglo-Sassoni ed i Rohirrim?”

Tanto per cominciare, i Rohirrim NON si denominavano “Éothéod”. In questo modo erano chiamati i loro antenati. In analisi linguistiche la parola del Professor Shippey è virtualmente intoccabile, ma la cornice storica che fornisce per i Rohirrim è discutibile. I Rohirrim si denominavano Eorlingas, i “figli di Eorl” (una tipica abitudine sassone, che sopravvisse sia sul continente che in Inghilterra):

“Parte della risposta è che i Rohirrim non sono uguali agli Anglo-Sassoni storici, ma a quelli dei poemi, o delle leggende. Il capitolo ‘il Re del Palazzo d’Oro’ è ricalcato precisamente sul Beowulf. Quando Legolas dice di Meduseld, ‘la sua luce brilla ampia sulla terra’, sta traducendo il verso 311 del Beowulf, lixte se leoma ofer landa fela. ‘Meduseld’ è priprio una parola del Beowulf (verso 3065) che significa ‘palazzo’. Soprattutto il poema ed i capitolo concordano, fin nei particolari, sulla procedura per avvicinarsi ad un re. In Beowulf l’eroe prima viene fermato da una guardia costiera, poi da un soldato alla porta, e solo dopo due prove viene ammesso alla presenza del Re Danese; anche lui ed i suoi uomini devono ‘appoggiare le armi’ fuori del palazzo. Tolkien segue esattamente, passo per passo questa dignitosa progressione cerimoniale.”

L’aderenza “passo per passo” di Tolkien alle azioni del Beowulf è sempre discutibile. Il Professor Shippey sorvola il fatto che Beowulf ed i suoi uomini vengono prima salutati da una sentinella solitaria a guardia della line costiera di Danimarca. Certo Medulseld deve qualcosa ad Heorot, un palazzo Danese che è la versione idealizzata di tutti i palazzi del mondo norreno. Il Professor Shippey vorrebbe far credere ai lettori che solo gli Anglo-Sassoni costruissero simili abitazioni per i loro capi e re, ma in verità tutti i popoli germanici e celtici usavano per i loro capi simli palazzi a pianta allungata. Quindi nella reggia non vi è nulla di particolarmente Anglo-Sassone. E la storia del Beowulf, sebbene scritta in Anglo-Sassone, non riguarda gli Anglo-Sassoni, ma parla di guerrieri germanici in un mondo germanico. Gli Anglo-Sassoni non si consideravano diversi da altri popoli germanici, non in questo senso. È soltanto un’invenzione moderna, che convenientemente si è prestata ad assurde argomentazioni che favorivano l’erronea identificazione degli Anglo-Sassoni con i Rohirrim. Quanto alla “cerimonia dell’abbandono delle armi”, era una consuetudine in tutto il mondo antico che gli stranieri consegnassero le armi quando accedevano alla presenza di un re o di un capotribù. “Beowulf” non presenta nulla di nuovo a riguardo. Questa argomentazione implica impropriamente che tale costume fosse unicamente Anglo-Sassone:

“Perciò in “il Re del Palazzo d’oro” Gandalf, Aragorn, Legolas e Gimli sono prima fermati dalle guardie ai cancelli di Edoras (=’zona recintata’), e poi dal guardiano delle porte di Meduseld, Háma. Anche lui insiste sulla cerimonia dell’abbandono delle armi, sebbene i personaggi di Tolkien obiettano più di quanto faccia Beowulf, soprattutto perché questi è volontario e comunque combatte per sua scelta a mani nude. C’è un momento di stallo per il bastone di Gandalf, in verità, ed Háma medita, riflettendo giustamente che ‘un bastone in mano ad uno stregone può essere qualcosa di più di un appoggio per la vecchiaia’; risolve i suoi dubbi con la massima ‘Tuttavia nel dubbio un uomo di valore si fiderà della sua saggezza. Credo che voi siate amici e gente d’onore, senza intenzioni maligne. Potete entrare.’ Dicendo così echeggia la frase della guardia coastiera in Beowulf (versi 287-92), ‘che differenza corra fra l’agire e il parlare, dovrebbe saperlo un guerriero armato con le idee chiare, e acuto. Sento adesso da voi che siete una scorta leale... vi farò io da guida.’(trad.it. Ludovica Koch, Einaudi)”

D’altra parte, una persona incaricata di difendere una nazione non permetterebbe ad una banda di uomini armati di vagabondare incustodita per le contrade. Di nuovo, una pratica comunissima viene irragionevolmente messa sullo stesso piano di una situazione estrememente differente nel SIGNORE DEGLI ANELLI. Beowulf ed i suoi uomini superavano in numero la guardia costiera. Questi non aveva scelta se non accompagnarli ad Heorot. Gandalf ed i suoi compagni, d’altro campo, non vengono accostati quando entrano nelle terre di Rohan, ma vengono ammessi alla città del Re e messi alla prova secondo le necessità difensive del re. Gli scenari sono così palesemente diversi che un paragone è piuttosto fuorviante:

“Il fatto non è, però, che Tolkien stia di nuovo scrivendo una narrazione ‘ricalcata’, ma che si stia servendo di un moderno stile esteso per spiegare cose che per gli Anglo-Sassoni sarebbero risultate ovvie – in particolare, le verità che la libertà non è prerogativa delle democrazie, e che in società libere gli ordini danno spazio alla scelta. Háma rischia con Gandalf; e così fa la guardia costiera con Beowulf. Così fa Éomer con Aragorn, lasciandolo andare libero e prestandogli cavalli. Egli è sotto arresto quando Aragorn riappare, ed anche Théoden nota l’abbandono della consegna di Háma. Pure, la cosa bella dei cavalieri, si potrebbe dire, è che sebbene siano un popolo severo, leale al suo signore, usano con leggerezza il dovere e la lealtà. Háma ed Éomer compiono le loro decisioni, ed anche la sospettosa guardia ai cancelli augura buona fortuna a Gandalf. ‘Stavo solo obbedendo agli ordini’, possiamo vedere, non sarebbe accetata come scusa nel Riddermark. E nemmeno in Beowulf. La saggezza dell’epica antica viene tradotta da Tolkien in una lunga sequenza di dubbi, decisioni, frasi, rituali.”

Forse la saggezza dell’epica antica fu veramente tradotta da Tolkien, ma egli si basò su più di una fonte epica, e le sue radici vanno ancora più indietro del Beowulf:

“Si potrebbe andare oltre e dire che i Cavalieri provengono dalla poesia e non dalla storia poichè tutta la loro cultura è basata sui canti. La prima cosa che Gandalf e gli altri vedono, avvicinandosi a Meduseld, sono i tumuli coperti di symbelminë su entrambi i lati della strada. Il symbelminë è un piccolo fiore bianco, ma significa anche ‘ricorda-sempre’, ‘memoria-duratura’, ‘non-ti-scordar-di-me’. Come i tumuli esso esiste per la conservazione della memoria di antiche imprese ed eroi nello scorrere degli anni. I Cavalieri sono affascinati dai versi commemorativi e dall’oblio, dalle morti e dagli epitaffi. Lo mostrano nelle loro liste di discendenze regali, da Théoden indietro fino ad Eorl il Giovane, nella furia suicida di Éomer ed Éowyn per compiere ‘gesta degne di essere cantate’, nel canto di Aragorn a descirzione della cultura che sta visitando: '‘ove sono cavallo e cavaliere? Dov’è il corno che squillava? Dove sono l’elmo e l’usbergo, e la chiara chioma fluente?...’”

I canti sono importanti nella cultura Rohirric, ma questa non è “basata sui canti”. Se esiste davvero una cultura nella Terra di mezzo che sia “basata sui canti”, sarebbe quella dei Lindar, i primi Nelyar, da cui discendono i Teleri. La cultura di Rohan è basata su una visione idelaizzata dell’uomo del Nord, un uomo del Nord a cavallo. È il cavallo che è centrale nella cultura di Rohan, non la musica. La musica era comune in tutte le regioni della Terra di Mezzo. Hobbit, Elfi, Nani, ed Uomini celebravano tutti le loro imprese, conquiste, e perdite con canti. Le azioni di potere, gli atti di “sub-creazione” che Tolkien attribuisce agli Elfi ed ai Nani, ed anche ai Valar, sono basati sul loro uso dei canti. La musica permeava la Terra di mezzo ed i suoi ambienti ed abitanti, e non è in nessun caso un attributo unico dei Rohirrim. Il Professor Shippey giustifica questa assurda esclusione della grande cultura che Tolkien rappresentava nei Rohirrim dicendo che...

“Forse Tolkien sapeva che i confusi termini Anglo-Sassoni per i colori erano un tempo parole per definire la tinta del pelo dei cavalli, come Hasufel ‘manto grigio’, a suggerire una precedente società che osservava i cavalli come le moderne tribù africane fanno con le mucche. Forse la fissa per la fanteria del periodo storico fu il risultato del vivere su di un’isola. Forse gli Anglo-Sassoni prima di migrare in Inghilterra erano diversi. Cosa sarebbe successo se si fossero rivolti ad Est, invece che ad Ovest, verso le pianure germaniche e più in là le steppe? Creando il Riddermark Tolkien immaginò la sua ‘Mercia’ personale. Certo ricordava la grande favola perduta della ‘Gotia’, e delle tribù imparentate con gli Inglesi che andarono incontro al disastro ed all’oblio nelle piane della Russia. Indubbiamente conosceva l’oscura tradizione che la parola ‘Goti’ significa ‘gente a cavallo’. Questo è ciò che aggiunge una ‘ricostruzione’ al ‘ricalco’ e produce fantasia, un popolo ed una cultura che non sono mai esistite, me che sia avvicinano molto a ciò che sarebbe potuto essere.”

Qui c’è un grosso errore che dimostra che ruolo superficiale dia il Professor Shippey alla Storia nella sua analisi dei Rohirrim. Gli Anglo-Sassoni non avevano altra scelta che spostarsi ad ovest. Essi stessi si trovavano sulle sponde occdientali del modo germanico. Migrare ad est avrebbe significato spingersi attraverso popolazioni molto più potenti. Gli Angli non erano altro che una tribù fra le altre che vivevano nello Jutland. Erano Danesi fra Danesi, e conservarono molte delle loro tradizioni Danesi dopo essersi stabiliti in Gran Bretagna. i Sassoni erano una confederazione di tribù nella Germania Occidentale, che vivevano tra i fiumi Weser ed Elba. Oltre i loro vicini Germanici vi erano i Vendi, i Polacchi, ed altri popoli altrettanto barbarici. I Goti ed altre tribù germaniche orientali migrarono a sud lungo la Vistola secoli prima che gli Angli ed i Sassoni cominciassero la lor espansione. I Germani Occidentali non avrebbero potuto ripetere tale migrazione, poiché nuovi popoli si erano stabiliti nelle terre che prima avevano permesso un grande Vôlkerwanderung (migrazione seminomadica, N.d.T.) che aveva portato all’emergere di Alarico negli annali di Roma. Ed i Goti, Vandali , ed altre tribù orientali furono respinte ad ovest dagli Unni nel quarto secolo. Come avrebbero potuto, allora, gli Angli ed i Sassoni migrare ad est? Per quale motivo? Non ci fu mai speranza che acquisissero una cultura della steppa, e suggerire che dovessero solo andare ad est invece che ad ovest è piuttosto ingenuo. Alla fine, Shippey ha dovuto concedere che i Rohirrim non sono storicamente affini agli Anglo-Sassoni, ma sono piuttosto un loro ricordo poetico. ma invece di riferirsi a poemi Anglo-Sassoni che con essi fossero più attinenti (come “The Wanderer”), si limita a inventarsi connessioni col “Beowulf”, una mistura di tradizioni Anglo-Sassoni e Danesi che echeggiano quelle del grande mondo germanico, e suggerisce che fossero solo ad un passo dall’essere Goti, il popolo che più assomiglia ai Rohirrim nella cultura. Eppure anche ai Goti manca qualcosa della profonda unità di fini dei Rohirrim. I Goti quando entrarono nella storia erano vagabondi o profughi. Ci sarebbero voluti secoli prima che trovassero qualcosa da poter chiamare patria, e poi solo pochi di lor avrebbero potuto goderne, e soltanto per pochi secoli. Della nazione Gotica solo i Visigoti trovarono qualcosa di simile alla pace per le loro generazioni. Lasciarono dietro di sè un vuoto, un gran numero di speranze perdute e di colonie Gotiche senza ideali che si erano semplicemente stancate della loro interminabile ricerca di un sogno nazionale.


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