Suilanno Maria
di Federico Thalasîdh Giani - a cura di Alberto Tarabas Ladavas

Suilanno Maria, pant o meleth
i Chîr na le, edh maebennen min bessath
a maebennen i ion e-daew dhîn: Iesus.

Aer Maria, naneth Eru
eglerio ammen úgerthonath
si a ned lû en-gurth vín.

Thenid

eguendo le orme di Marco Trucillo, che ringrazio per il lavoro svolto con il suo saggio Aiya Maria , ho deciso di realizzare una traduzione Sindarin della preghiera cristiana Ave Maria, sia per la bellezza estetica o letteraria di questo testo, che ognuno può percepire in modo differente, sia per «ciò che esso rappresenta per milioni di fedeli» sparsi per il mondo (com'è stato detto nell'introduzione della versione Quenya della preghiera) .

PRIMO VERSO

Suilanno Maria, pant o meleth
Ave Maria, piena di grazia

  • Suilanno - Ave; in latino questa parola è una formula di saluto (salute!, addio!) così come il suo infinito avere . Analogamente, salve (imperativo del verbo latino salveo) è una formula di saluto (salve!, salute!) e viene usata nella venerazione di una divinità, per salutare più persone e nei commiati. Quindi: suilanna- - salutare > imperativo suilanno .
  • Maria rimane inalterato, in quanto il nome si presenta così già nella sua forma originale latina.
  • pant - pieno è un aggettivo attestato.
  • o - di , preposizione, provoca normalmente il mutamento occlusivo del vocabolo seguente; in questo caso, però, non introduce cambiamenti.
  • meleth - grazia , letteralmente amore . Come spiega Marco Trucillo nell' Aiya Maria , «un commento al Vangelo di Luca [.] chiarisce che il termine "grazia" è qui in una accezione strettamente correlata all'amore, in senso biblico-evangelico».

SECONDO VERSO

i Chîr na le, edh maebennen min bessath
il Signore [è] con te, tu [sei] benedetta fra tutte le donne

  • i - il, articolo determinativo, introduce il mutamento morbido nel vocabolo seguente.
  • Chîr, mutamento morbido di Hîr - Signore; ho usato questo termine conformemente al Quenya Heru usato da Marco Trucillo. Il verbo essere (è), racchiuso tra parentesi quadre nella versione italiana, non è stato tradotto poiché, in Sindarin, è sempre sottinteso.
  • na - con, preposizione causante il mutamento morbido; in questo caso, però, non introduce cambiamenti.
  • le - te, pronome personale in forma reverenziale, per sottolineare la sacralità della preghiera.
  • edh - tu, pronome personale in forma riverenziale.
  • maebennen - benedetta ; benedire in latino (benedico) significa dir bene di (qualcuno), che nel linguaggio ecclesiastico indica poi lodare, celebrare, benedire, consacrare.
    Il composto è formato dall'avverbio mae - bene e da bennen, mutamento morbido di pennen - detto , participio passato del verbo penna- - dire , parlare.
    Nuovamente, il verbo essere ( sei ) è sottinteso.
  • min - tra , preposizione che non causa mutazioni.
  • bessath - tutte le donne , plurale collettivo di bess - donna.

TERZO VERSO

aebennen i ion e-daew dhîn: Iesus.
e benedetto [è] il frutto del tuo seno: Gesù.

  • a - e, congiunzione.
  • maebennen - benedetto; abbiamo già visto la formazione di questo aggettivo, mediante la radice latina, nel commento al secondo verso. Il verbo essere (è) è ancora sottinteso.
  • i - il, articolo determinativo che normalmente causa il mutamento morbido, ma che non ha effetti sulle parole che iniziano per vocale.
  • ion - figlio; non essendo noto alcun termine con la valenza di frutto, ho optato per figlio poiché il significato della parola è comunque vicino al termine originale.
  • e , usuale riduzione dell'articolo genitivo en - del prima dei vocaboli che iniziano per t -, che causa il mutamento misto nel vocabolo seguente.
    Secondo un recente aggiornamento del sistema fonologico da parte di Ryszard Derdzinski, il mutamento misto «non è una caratteristica del Sindarin maturo. Tale fenomeno si ha solo in un documento isolato riferito al periodo degli esperimenti di Tolkien con il Noldorin, evolutosi poi in Sindarin». In questo caso si potrebbe evitare di apportare il mutamento al termine seguente ottenendo semplicemente en taew .

  • daew, mutamento misto di taew - cavità; non trovando un termine più adatto per seno, ho usato questo vocabolo che si ricollega alla bivalenza del termine usato da Marco Turcillo nell' Aiya Maria (cavità, petto).
  • dhîn, mutamento morbido di dîn - tuo, aggettivo possessivo in forma riverenziale che subisce il mutamento morbido, essendo posto dopo il sostantivo al quale si riferisce.
  • Iesus - Gesù; seguendo il modello di Marco Trucillo, ho usato il nome latino di Gesù, Jesus, ma con una differenza: la lettera iniziale è stata cambiata dal Quenya Yesus al Sindarin Iesus, poiché, in Sindarin, la lettera y è una vocale e si legge come la u del francese Lune .

QUARTO VERSO

Aer Maria, naneth Eru
Santa Maria, madre [di] Dio

  • Aer - Santa; vocabolo dal significato contestato, si pensa sia valido in quanto possibile parente del termine Quenya airë - santo. Inoltre, il termine Sindarin aerlinn, letteralmente canto del mare (aer - mare + linn < lind - canto) viene interpretato anche come inno santo (aer - santo? + lind - canto).
  • Maria, come già visto, rimane inalterato.
  • naneth - madre; potrebbe anche essere sostituito con odhril, parola dal medesimo significato.
  • Eru - Dio, vocabolo inalterato sin dai primi linguaggi elfici. Aanche nell' Ainulindalë, primo libro de Il Silmarillion, Dio è chiamato Eru.
    La preposizione di non viene tradotta poiché naneth Eru costituisce una classica costruzione genitiva tipica del Sindarin.

QUINTO VERSO

eglerio ammen úgardhonath
prega per noi peccatori

  • eglerio - prega, imperativo del verbo derivato regolare egleria- - glorificare, pregare, usato come invocazione.
  • ammen - per noi, pronome personale composto da an - per e men - noi. Davanti ad alcune consonanti, la preposizione an cambia la -n finale assimilandola alla prima consonante della parola seguente (an + men > am + men > ammen).
  • úgardhonath - peccatori, plurale collettivo di úgardhon - peccatore, sostantivo composto da úgardh - peccato e dal suffisso personale - on. È un composto da me ideato, non attestato.

SESTO VERSO

si a ned lû en-gurth vín
adesso e nell'ora della nostra morte

  • si - adesso, ora, avverbio.
  • a - e, congiunzione.
  • ned - nella, letteralmente in. Nella stesura di testi in Sindarin si tende, generalmente, a non appesantire troppo le frasi, per cui capita spesso di trovare articoli determinativi sottintesi. In caso contrario nella dovrebbe esere ned i.
  • - ora, letteralmente temp, occasione. Non subisce variazioni anche se la presenza della preposizione ned introduce il mutamento occlusivo.
  • en - della, articolo genitivo che provoca normalmente il mutamento misto del vocabolo seguente; in questo caso, però, non introduce cambiamenti.
  • gurth - morte, uno dei molteplici termini presenti in Sindarin per indicare la morte.
  • v ín mutamento morbido di m ín - nostro, aggettivo possessivo.

CONCLUSIONE

Tenid
Amen

  • thenid - amen , letteralmente vero , autentico . L'espressione amen significa, infatti, così è , è vero , ma in Sindarin, poiché il verbo essere è sempre sottinteso, l'espressione si riduce al solo vero .

 

PRONUNCIA

Adottando la trascrizione fonologica usata da Alberto Ladavas nel suo saggio Gobeth-en-Mithirm - Dizionario Sindarin , la pronuncia corretta della preghiera è la seguente.

Suilanno Maria, pant o meleth
[suilanno Maria, pant o meleth]
i-Chîr na-le, edh maebennen min bessath
[i chiiir na le, edh maebennen min bessath]
a maebennen i ion e-daew dhîn: Iesus.
[ a maebennen i ion e-daeu dhiiin: Iesus.]

Aer Maria, naneth Eru
[Aer Maria, naneth Eru]
eglerio ammen úgerthonath
[eglerio ammen uugherthonath]
si a ned lû en-gurth vín.
[si a ned luu en-gurth viin]

Thenid
[Thenid].


 

           
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