L'Indefinibile Terra d'Ombra
di Leif Jacobsen - Traduzione di Alex Cabrini, adattamento e cura di Gianluca Comastri

Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti. . . (SdA 226).

Queste due linee sono parte di un verso più lungo, e vengono pronunciate da Aragorn alla locanda del Puledro Impennato a Brea. Le cose che appaiono belle potrebbero non esserlo e viceversa, un tema a noi familiare attraverso Shakespeare e il suo dramma MacBeth. Credo che questo sia applicabile a molti dei personaggi principali ne Il Signore degli Anelli. E' facile dire che tale personaggio sia puramente buono, o tale personaggio sia solo malvagio, ma guardando sotto la superficie, vedrete che c'è molto piu' di questo. Il mondo di Tolkien non e' un mondo dualistico, come i due critici, Edmund Wilson[10] ed Edwin Muir[11], suggeriscono. Egli è riuscito a creare personaggi complessi, ed in molti casi, ambivalenti. Tom Bombadil non è privo di difetti; le intenzioni di Boromir non sono interamente malvage; le genti della terra di Mezzo sono tanto egoistiche e tendenti all'autoconservazione almeno quanto le genti del nostro mondo; il passato di Saruman e Gríma non è stato malvagio, ed essi hanno avuto numerose opportunità lungo le loro vite per restare fedeli alla causa del Bene; e Gollum da solo prova che Wilson e Muir hanno tirato fuori i propri ragionamenti dal nulla. La Terra di Mezzo non è divisa in due categorie; Bene e Male. Esiste una massa grigia in mezzo. Quello che bisogna ricordare sulla mitologia di Tolkien è che non si può ottenere un adeguata rappresentazione del suo mondo leggendo semplicemente le sue opere una volta, lasciando perdere il tentativo di analizzare i suoi abitanti. Si deve all'autore ben piu' di questo. Non è sempre la prima impressione ad esser quella corretta. "Non tutto quel ch'è oro brilla".

Nella sua lettura sulla critica tolkieniana, "Tolkien-bashing: The First Twenty-five Years", Jessica Yates esaminò la dura critica di Edmund Wilson su Tolkien. Fece una scoperta cruciale che ci dà una indicazione di come giudicare Wilson in quanto critico. Discutendo l'autrice Gertrude Stein, Wilson constatò che anche se qualcosa è misterioso e nuovo, e non attrae il nostro interesse, non significa per questo che sia immondizia, o "sciocchezze" (Arda[12], 79, 90). Però, proprio questa parola particolare viene usata da lui quando attacca Tolkien e Il Signore degli Anelli nel suo "Oh Questi Terribili Orchi", e lo chiama "spazzatura giovanile". Questo sembra diminuire la credibilità di Edmund Wilson, e forse non dovremmo prendere la sua critica seriamente. Nel suo saggio "Tolkien e la Storia Fantastica", R.J. Reilly suggerisce che Wilson si sentiva insultato per dover fare la recensione al romanzo, e che questa sia la ragione per la sua critica brutale (133). Sfortunatamente quest'unica recensione in particolare, fece molto danno all'immediato successo de Il Signore degli Anelli, e nei tempi lunghi, allo status di Tolkien come autore.

Sebbene Tolkien non avesse intenzioni allegoriche, egli usò componenti allegoriche. La lotta tra Bene e Male sono elementi che spesso vengono utilizzati nelle allegorie. E' inevitabile dividere la trama in due campi usando un linguaggio come questo, poiché questo è di quanto tratta: la lotta tra due forze potenti. E' quindi facile dire che questa storia parli soltanto di bene e male, come Muir e Wilson hanno fatto, e dividerla in bianco o nero. Il Signore degli Anelli è molto più di questo, cosa che ho cercato di provare con questo saggio. Tra Bene e Male ci sono molti personaggi e molte distinzioni, come ci sono nella nostra società. Soltanto perché affermate di credere in Dio, non significa che non potete essere malvagi e crudeli, e, molto semplicemente, questo è quant'è il mondo di Tolkien: un mondo con tutti i tipi di gente e creature, andando dal Bene al Male, e dove qualsiasi cosa può accadere senza essere predestinata. In altre parole, un'indefinibile terra d'ombra.


[10] "Oo Those Awful Orcs!" The Nation, CLXXXII (14 Aprile, 1956).

[11] Recensione in The Observer, (Agosto 1954).

[12] Arda è la presentazione annuale delle ricerche effettuate sul mondo immaginario di Tolkien, ed è pubblicata da Forodrim, Società Tolkieniana di Stoccolma. Il termine Arda significa regione o reame in Quenya, uno dei linguaggi Elfici, ed è il nome della Terra.

 

Opere Citate

Fonti primarie:

  • Tolkien J.R.R. The Book of Lost Tales. Ed. Christopher Tolkien. London: George Allen & Unwin, 1983.
  • The Hobbit or There and Back Again. London: George Allen & Unwin, 1966.
  • Letters of J.R.R. Tolkien. Ed. Humphrey Carpenter. London: George Allen & Unwin, 1981.
  • The Lord of the Rings. London: George Allen & Unwin, 1968.
  • The Silmarillion. Ed. Christopher Tolkien. London: George Allen & Unwin, 1977.
  • Unfinished Tales. Ed. Christopher Tolkien. London: George Allen & Unwin, 1980.
Fonti secondarie:
  • Auden, W.H. "The Quest Hero". Tolkien and the Critics. Notre Dame, Indiana: University of Notre Dame Press, 1968.
  • Bradley, Marion Zimmer. "Men,Halflings, and Hero-worship". In Tolkien and the Critics.
  • Carpenter, Humphrey. J.R.R. Tolkien - A Biography. London: Unwin Paperbacks, 1978.
  • Foster, Robert. The Complete Guide to Middle-Earth. London: George Allen & Unwin, 1978.
  • Helms, Randel. Tolkien's World. London: Thames and Hudson, 1974.
  • Isaacs, Neil D., and Rose A. Zimbardo, eds. Tolkien and the Critics. Notre Dame, Indiana: University of Notre Dame Press, 1968.
  • Keenan, Hugh T. "The Appeal of The Lord of the Rings". In Tolkien and the Critics.
  • Kocher, Paul H. Master of Middle-Earth. The Fiction of J.R.R. Tolkien. Boston: Houghton Mifflin Company, 1972.
  • Lewis, C.S. "The Detronement of Power". In Tolkien and the Critics.
  • Reilly, Robert J. "Tolkien and the Fairy Story". In Tolkien and the Critics.
  • Spacks, Patricia Meyer. "Power and Meaning in The Lord of the Rings". In Tolkien and the Critics.
  • Yates, Jessica. "Tolkien-bashing: The First Twenty-five Years". Arda 10. Ed. Anders Stenström.
  • Stockholm: Forodrim, Stockholms Tolkiensällskap, 1983.

 

Ringraziamenti

Speciali ringraziamenti accademici a: Philip Clover e Cecilia Björkén per aver tentato di insegnarmi come scrivere un saggio. Cecilia Wergelius per avermi introdotto nel meraviglioso mondo di Tolkien (sebbene senza intenzione, devo dire).

Speciali ringraziamenti personali a: Damien Finnegan, Stefan Gudmundsson, Ingela Hansson, Glenn Håkansson, Mia Martini, Anders Wikander per il fantastico aiuto e supporto nella scrittura di questo saggio.

Speciali ringraziamenti filosofici a: J.R.R. Tolkien, Magnum, Elvis Presley, Baryton Boots, Prophecy of the North, Sorgenfri Boys, Grace Kelly (Brett Butler), e alla famiglia Keaton, per avermi aiutato durante il giorno.

Speciali ringraziamenti speciali a: mia madre, gli amici ed il resto della mia famiglia per il semplice fatto di esistere.



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