Quali furono i cambiamenti fatti a "Lo Hobbit" dopo che "Il Signore degli Anelli" fu scritto,
e quale ne fu il motivo?
 di William D. B. Loos, Carl F. Hostetter - Traduzione di Giuseppe Truono

uesta Faq fa riferimento alla principali revisioni apportate al capitolo su Gollum “Indovinelli nel Buio”, non alla miriade di cambiamenti minori disseminati un po' ovunque.
Nell'edizione originale del 1939 de Lo Hobbit Gollum aveva veramente intenzione di scommettere il suo anello nel gioco degli indovinelli. Il patto era che Bilbo avrebbe ricevuto un “regalo” se avesse vinto la scommessa. Gollum infatti, era davvero addolorato di aver perso l'anello e di conseguenza di non poter pagare il debito. Mostrò quindi a Bilbo, come alternativa, la via d'uscita, ed i due si lasciarono da amici.

Man mano che la stesura de Il Signore degli Anelli proseguiva, la natura dell'Anello cambiò. Non più un “comodo oggetto magico”, ma un irresistibile oggetto di potere, e il comportamento di Gollum sembrava ora illogico. Nella primitiva bozza del capitolo “L'ombra del passato” Gandalf tenta di dare una spiegazione verosimile alla faccenda, tentativo comunque, non completamente riuscito.

Tolkien risolse la difficoltà riscrivendo il capitolo de Lo Hobbit nella presente forma, in cui Gollum non ha nessuna intenzione di dare l'Anello ma sembra, piuttosto, disposto a mostrare l'uscita a Bilbo in caso di una sua vittoria. Inoltre, Gollum diventa schiavo dell'Anello Dominante e da esso tormentato.

In questo modo però, il diritto di Bilbo all'Anello è seriamente compromesso. [ Bisogna prestare particolare attenzione a quest'ultimo punto. Esso racchiude due problemi, ben riassunti nel Prologo:

“I pareri dei commentatori sono discordi, se considerare veramente, cioè in base alle regole del gioco, l'ultima domanda di Bilbo come un vero e proprio " enigma " o come una semplice " domanda ", ma tutti sono d'accordo nel dire che Gollum, avendo accettato la sfida e tentando di risolvere l'ultimo quesito, era tenuto irrevocabilmente a rispettare la promessa”
(La Compagnia dell'Anello, Prologo, pag. 37)
Così, il modo in cui Bilbo vince la scommessa è discutibile. Dato però che egli di fatto vinse, sia pure grazie ad un “tecnicismo”, ha tutto il diritto al prezzo, che, nella vecchia versione era l'Anello. Nella nuova versione, comunque, a Bilbo non spetta alcun diritto sull'Anello, indipendentemente dal fatto di aver vinto o meno, dato che il premio per il vincitore non è l'Anello.
Esistono quindi due edizioni differenti dello stesso episodio. Tolkien abilmente, fece della circostanza parte integrante dello stesso racconto, asserendo che Bilbo aveva vantato il suo (inesistente) diritto, sotto la malvagia influenza dell'Anello. (Bilbo ha scritto questa versione nel suo diario, il quale fu poi “tradotto” da Tolkien e pubblicato come “Lo Hobbit”; per cui l'errore nella prima versione, fu più tardi “corretto”.) Questa nuova sequenza di eventi nell'ambito della storia è ricostruita chiaramente ne “A proposito della scoperta dell'Anello” (Prologo) ed è data per scontata per il resto della storia (per esempio ne “L'Ombra del Passato” e nel Concilio di Elrond). Lo Hobbit come ora presentato si colloca in maniera ineccepibile nello scenario dell'intera storia, sebbene Tolkien, per ragioni di tranquillità letteraria, tiene fuori quest'intera faccenda della disonestà di Bilbo (fu un'irrilevante complicazione che avrebbe gettato fuori dalla bilancia) Il presente tentativo di fare un passo indietro e vedere l'intera figura è reso più intricato dal fatto che la disonestà di Bilbo di manifesta in due diversi momenti.

Il primo, molto evidente, quando Bilbo inizialmente racconta la sua avventura a Gandalf ed ai Nani, e non fa menzione del ritrovamento dell'Anello – ciò fu senza dubbio il fatto che ispirò Gandalf a lanciare a Bilbo la “strana occhiata da sotto le sue sopracciglia irsute” (Lo Hobbit, cap. VI). Più tardi, (dopo l'episodio del ragno) rivelò di avere l'Anello, e dev'essere stato a questo punto che inventò la storia della “vincita del regalo” (un'azione incredibile, date le circostanze). Non c'è, comunque, alcuna allusione nel testo, del secondo momento della sua disonestà (come annotato di sopra, sarebbe stato un grave errore letterario). Ai lettori non è data alcuna indicazione, tranne quando “… Balin insistette per farsi raccontare da capo la storia completa di Gollum, degli indovinelli e di tutto il resto, con l'Anello al suo posto giusto” (Hobbit, cap. VIII, pag. 188), al che Bilbo non raccontò la storia vera, esattamente come descritta nel cap. V. A questo proposito, “Circa il Ritrovamento dell'Anello” nel Prologo, è un preludio indispensabile a Il Signore degli Anelli.


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