Che cosa accadde alle Entesse?
Traduzione di Giuseppe Truono

- 7.2 -

essuna risposta a questa domanda è data nell'ambito della storia. Comunque, Tolkien commenta la faccenda in due lettere, e mentre è prudente nel dire "Credo" e "Non so", nondimeno il tono di questo commento è completamente pessimista. Inoltre, non sembra aver più cambiato idea. La risposta fu scritta nel 1954 (di fatto prima della pubblicazione de Il Signore degli Anelli):
"Quello che accadde loro [alle Entesse N.d.T.] non è spiegato in questo libro. Io penso che in realtà le mogli degli Ent siano sparite definitivamente, distrutte con i loro giardini nella guerra dell'ultima Alleanza (Seconda Età 3429-3441) quando Sauron attuò la strategia della terra bruciata dando fuoco ai loro terreni durante l'avanzata degli alleati lungo l'Anduin [N.B. è la stessa tecnica utilizzata dai Russi sia contro Napoleone, sia più tardi contro Hitler (N.d.T.)]. Sono sopravvissute solo nell'agricoltura trasmessa agli Uomini (e agli Hobbit). Alcune naturalmente, possono essere fuggite verso est, o anche essere finite in schiavitù: i tiranni anche in questi racconti hanno bisogno di risorse economiche per i loro soldati ed i loro minatori. Se qualcuna fosse sopravvissuta, sarebbe ormai del tutto estranea agli Ent, ed un ravvicinamento sarebbe difficile, a meno che l'esperienza dell'agricoltura industrializzata e militarizzata non le avesse rese un pochino più anarchiche. Io spero così, ma non so." (Lettera #144)

Nota che la "strategia della terra bruciata" attuata da Sauron che causò la distruzione delle lande delle Entesse, sembra un affare più serio ed intenzionale di quanto non appaia nella storia, nella quale Barbalbero dice che "la guerra passò su di loro".

La risposta seguente fu scritta nel 1972, l'ultimo anno di vita di Tolkien :

"Per quanto riguarda le mogli degli Ent: non lo so. Ma penso che nel libro terzo di Le Due Torri sia chiaro che non ci sarà per gli Ent un ritrovamento delle mogli nella "storia", ma essendo gli Ent e le loro mogli delle creature razionali troveranno un " paradiso terrestre " fino alla fine di questo mondo: oltre il quale né la saggezza degli Elfi né quella degli Ent può vedere. Sebbene forse condividano la speranza di " non essere legati per sempre alle ruote del mondo oltre le quali c'è più del ricordo ." (Lettera, #338)

[Il riferimento a Le Due Torri, è alla canzone degli Ent e delle Entesse, recitata da Barbalbero a Merry e Pipino; il riferimento ad Aragorn è invece nell'Appendice A]

Mentre il precedente riferimento non suona affatto fiducioso, ciò nondimeno resta irrisolto il problema della conversazione tra Sam Gamgee e Ted Sabbioso all'osteria del Drago Verde. Essa prese posto nel secondo capitolo de La Compagnia dell'Anello ed è stata considerata come la possibile evidenza del fatto che le Entesse fossero ancora vive:

« "Va bene " disse Sam, ridendo assieme agli altri. " Ma che te ne pare di questi Uomini-alberi, che si potrebbero chiamare giganti? Un sacco di gente insiste nel dire di averne visto uno più alto di un albero, al di là delle Brughiere del Nord, poco tempo fa ".
" Chi è questa gente? ".
" Mio cugino Al, innanzi tutto. Lavora per il signor Boffin a Surcolle, e va a caccia su nel Decumano Nord. Lui ne ha visto uno! ".
" Può darsi che dica così. Intanto il tuo caro Al va sempre dicendo di aver visto cose strane: è possibilissimo che veda anche cose che non esistono ".
"Ma questo era grande come un olmo, e camminava, e ad ogni passo faceva sei braccia, come se fossero stati pochi pollici ".
" E allora scommetto che quello che gli era parso un olmo, era proprio un olmo ".
" Ma questo camminava, ti dico, e poi non ci sono olmi nelle Brughiere del Nord ".
" E allora Al non può averne visto uno ", affermò Ted. »
(Compagnia dell'Anello, L'ombra del passato, pag. 75)

Dunque, questa conversazione prese posto nella storia inizialmente, quando il tono era quello di una “storia per bambini” sullo stile de Lo Hobbit. Quando lo si legge per la prima volta la reazione naturale è accettare che quelle siano nuove creature (cioè un ulteriore riferimento ad un retroterra fantastico). Comunque è impossibile non pensare a loro quando si rilegge la storia. Questa impressione è rafforzata dalle stesse parole che Barbalbero rivolge a Merry e Pipino:

“Fece loro descrivere più volte la Contea e i suoi paesaggi. Ad un certo punto disse una cosa strana. " Non avete mai visto da quelle parti degli ... hm, degli Ent, nevvero? ", domandò. " Anzi, non degli Ent, per essere precisi dovrei dire delle Entesse ".
" Entesse?", ripeté Pipino. " Ti rassomigliano in qualche modo? ".
" Sì, hm, beh, no: non saprei esattamente ", rispose Barbalbero pensieroso. " Ma a loro piacerebbe il vostro paese, perciò ve lo domandavo ".
(Le Due Torri, Barbalbero, pag. 576)

Prese insieme, queste due conversazioni danno l'idea che ciò che Al vide era un'Entessa. Ad ogni modo in nessun posto Tolkien connette esplicitamente le due faccende, anzi, non fa mai alcun riferimento a loro. Così siamo liberi di fare congetture. (Il fatto che una creatura fosse “grande come un olmo”, porterebbe a dedurre che non si tratti di un Ent, ma non prova nulla, né l'una né l'altra possibilità. Ciò indicherebbe che la storia è frutto della fantasia di un giovane Hobbit, ma sarebbe ugualmente possibile sia che l'Ent sia apparso alto quattordici piedi ad uno Hobbit spaventato, sia che vi sia stata un'esagerazione, da parte dello stesso Hobbit, nel raccontare la storia.)

Nessun riferimento testuale risulta quindi utile a chiarire il nostro dubbio. Tolkien stesso dice, in una discussione sul suo metodo di invenzione, che l'avventura di Barbalbero fu completamente imprevista fino a quando non arrivò a quel punto della storia:

“Da molto tempo ho smesso di inventare … : aspetto finché mi sembra si sapere quello che accadde veramente. O finché non si scrive tutto da solo. Così, benché sapessi da anni che a Frodo sarebbe capitata un'avventura con un albero da qualche parte lungo il Grande Fiume, non mi ricordo di aver mai inventato gli Ent. Quando alla fine arrivai a quel punto, scrissi il capitolo di Barbalbero senza ricordarmi di averci pensato su prima: e lo scrissi com'è adesso. E poi mi accorsi che, naturalmente, non era affatto capitato a Frodo.”
(Lettera #231)

La bozza sommaria in History of Middle-earth che la conversazione tra Sam e Ted, fu composta molto prima che gli Ent entrassero nella storia. Quindi, Tolkien non poteva pensare a loro quando la scrisse, quindi essere stato inizialmente, veramente un elemento fantastico preso a caso. D'altro canto, come egli disse di Tom Bombadil: “Io non l'avrei lasciato se non avesse avuto qualche particolare funzione.” (Lettera, #144). L'implicazione è chiara: tutte ciò che rimane nei primi capitoli, è stato lasciato per un preciso motivo. Tolkien lascia la conversazione tra Sam e Ted perché probabilmente sapeva quanto essa sarebbe stata suggestiva. Ma come si inserisce con le più oscure considerazioni espresse nelle sue lettere non è chiaro (a meno che non cambiò idea più avanti).

Questa può essere dovuto all'aspetto più emotivo di Tolkien, dato che la faccenda è in conflitto con le considerazioni da lui fatte. T.A. Shippey ha notato che “egli era negli affari minori di cuore tenero” (basta guardare la storia di Bill il pony fuggito, di Ombromanto cui è concesso di seguire Gandalf nell'Ovest; e nei tardi scritti narrativi dei Racconti Incompiuti, Isildur è dipinto molto più riluttante nell'uso dell'Anello di quanto si percepisce nel capitolo sul Concilio di Elrond, a Galadriel sono perdonate le colpe legate al crimine di Fëanor. Può essere che, da amante degli alberi quale egli fu, abbia voluto in questo modo preservare la speranza che gli Ent e le Entesse potessero un giorno ritrovarsi e la razza non estinguersi. Ma le sgradite conclusioni che altrove chiama “la logica della storia” devono essere state inevitabili.


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