Chi è J. R. R. Tolkien?
di Serena "Eledhwen" Contadin

o stile che Tolkien scelse per scrivere il suo romanzo è volutamente arcaico e lontano, molto lontano da quello che era l'Inglese contemporaneo all'epoca della sua pubblicazione, e questa sua scelta suscitò nella critica una notevole effetto di rifiuto. D'altra parte basterebbe chiedersi come reagirebbe la critica Italiana se ai nostri giorni qualcuno decidesse di scrivere un enorme fantasy utilizzando un linguaggio simile a quello che usò Dante nello scrivere la “ Divina Commedia” . Certamente le accuse principali sarebbero quelle di essere adatto solo agli studiosi di storia letteraria, di essere difficile e pesante. E' esattamente in questa maniera che i critici inglesi reagirono quando fu pubblicato “The Lord of the Rings” , e furono esattamente queste le cose che dissero di esso. “Il Signore degli Anelli” appena fu pubblicato vendeva, ma il successo lo raggiunse gradualmente, ogni anno le vendite aumentavano e continuarono ad aumentare….crebbero costantemente sino a raggiungere cifre vertiginose.

Il vero boom si ebbe intorno agli anni '60, una pubblicazione pirata pubblicata in America offriva il libro in edizione economica e “The Lord” cominciò a diffondersi a tappeto, gli studenti dei campus americani lo adottarono come testo base della controcultura.

I lettori circondavano con grande affetto Tolkien, egli era infatti una persona socievole e garbata di carattere, e, nel limite del possibile cercava di rispondere di persona alle lettere degli ammiratori. Egli, al corrente dell'edizione pirata pubblicata negli Stati Uniti, quando rispondeva alle lettere dei suoi fan d'oltreoceano, li informava che l'edizione tascabile americana non era autorizzata e li pregava di non acquistarla; la voce si diffuse e l'edizione pirata venne boicottata, questa spontanea azione ottenne i suoi effetti tant'è che la casa editrice dovette ripubblicare l'opera e pagare i diritti d'autore.

Tolkien viene considerato l'iniziatore del genere fantasy poiché l'enorme successo del suo libro permise a moltissimi autori di pubblicare i loro romanzi; prima probabilmente sarebbero stati rifiutati poiché il genere non otteneva molto consenso dal pubblico. Ma il “Signore degli Anelli” non è propriamente un fantasy, come abbiamo visto nel capitolo precedente in esso mancano le caratteristiche fondamentali che fanno di un'opera un fantasy vero e proprio.

Tolkien è senza dubbio un caso a sé stante perché non ha solamente scritto un grande romanzo ma ha creato un mondo, e l'ha creato con una meticolosa precisione, della Terra di Mezzo esiste tutto quello che una persona possa desiderare: genealogie, geografia, razze, storia, botanica e naturalmente le lingue. C'è chi ne ha continuato il lavoro, le grammatiche e i dizionari delle lingue elfiche sono tanto accurati da essere paragonabili a quelli di una qualsiasi lingua reale.

Sono tantissimi ad essersi ispirati a Tolkien ma mai nessuno è riuscito ad arrivare qualcosa di equiparabile, forse, l'unico esempio vagamente simile, (per meticolosità creativa) è il mondo di Star Trek, tuttavia, le differenze sono enormi, basti pensare che per la Terra di Mezzo è solo Tolkien che, in oltre mezzo secolo di solitario lavoro, ha dato vita al suo mondo curandone ogni particolare, non sono bastati i centinaia di autori che hanno lavorato trent'anni alla realizzazione di Star Trek per riuscire ad eguagliarlo.

Eppure ciò che dalla vicenda editoriale tolkeniana stupisce di più è che l'immenso successo è stato raggiunto senza usare tutte le strategie comunicative e promozionali di pubblicità necessarie per vendere un libro.

L'Italia però, sotto questo punto di vista, è un caso del tutto particolare, quasi anomalo. L'Italia ignora per ben 15 anni la magistrale opera del professore Oxfordiano, è solo nel 1967 che la prima parte della trilogia viene tradotta dalla casa editrice l'Astrolabio ma le vendite andarono male e naturalmente l'idea di pubblicare il resto non venne neanche presa in considerazione.

La sinistra socialista e comunista negli anni del secondo dopoguerra controllava la produzione letteraria [ci pare un'esagerazione: più corretto sarebbe dire che a sinistra il movimento intellettuale, e di riflesso letterario, è sempre stato più attivo e prolifico, al punto da dominare di fatto la scena, N.d.R]. Tolkien era cattolico, monarchico e non aveva molte simpatie per l'Unione Sovietica [come non ne aveva per la dittatura nazista in Germania, come non ne ebbe mai per tutte le forme di governo del mondo che avessero caratteri disumani, N.d.R.], si può dire che avesse proprio tutte le caratteristiche necessarie per non piacere alla critica italiana.

In più, nel nostro paese, il genere fantasy era considerato per bambini; gli autori italiani usavano la fantasia come mezzo, essa doveva essere il tramite per lanciare un messaggio educativo, la favola doveva avere una morale facilmente percepibile; Tolkien invece fa l'esatto contrario, coerente con le sue idee non pretende di insegnare nulla, racconta semplicemente la storia del mondo che ha creato, è il singolo lettore, in base alla sua sensibilità che può recepire le emozioni o gli spunti di riflessione che è quel mondo a dargli e non il suo autore. Ciò trova conferma nel fatto che proprio mentre in Italia l'opera veniva considerata prettamente fascista, in America era l'emblema della cultura comunista.

Negli anni '70 la casa editrice Rusconi tenta la traduzione integrale. Aggiungere il nome Rusconi a quello già sgradito di Tolkien era come dire che era roba per tradizionalisti. In un articolo di una rivista dell'ultra-sinistra Perlini scrisse che per Rusconi “Proporre un testo inattaccabile qual è il romanzo di Tolkien era stata una mossa magistrale”.(1)

La sinistra condannò l'autore quindi per ovvia reazione la destra fece erroneamente proprio Tolkien. Nella metà degli anni '70 si tennero i “campi hobbit”, gestiti da organizzazioni esplicitamente fasciste. Ciò influì sull'opinione pubblica, coloro che di Tolkien e dei suoi libri avevano solo sentito parlare non potevano che pensare che fosse un libro fascista.

Nonostante ciò la Trilogia riscuoteva successo, Rusconi ripubblicò l'opera in un unico volume, quasi ogni anno ne usciva un'edizione le vendite erano costanti ed elevate. La critica, resasi conto che nonostante tutte le accuse il libro veniva letto cambiò tattica e quindi provò a lanciare una lettura comunista dell'opera.

Nonostante tutte queste diatribe l'opera di Tolkien risulta non essere né di destra né di sinistra (anche se in Italia certe convinzioni durano ancora oggi), queste classificazioni sono del tutto errate e soprattutto limitanti; l'opera di Tolkien, fortunatamente è felicemente pagana e molto lontana da qualsiasi cultura moderna.

Anche la Chiesa tentò di far sua l'opera, negli anni ottanta l'arcivescovo di Bologna organizzò un convegno sul libro di Tolkien; benché anche questa etichettatura sia errata è tra tutte la più giustificabile.

Effettivamente è molto strano che Tolkien, così attento a ogni particolare non abbia ideato una religione per la sua Terra di Mezzo , ma non è certo un caso o una dimenticanza questa assenza, che poi del tutto assenza non è. Certamente nella Terra di Mezzo la religione non è presente in maniera eclatante ma esiste. “E' un mondo monoteista di religione naturale, lo strano fatto che non ci siano templi, chiese, riti e cerimonie religiose, fa semplicemente parte del clima storico descritto ” (2) scrisse in una lettera lo stesso Tolkien .

Il suo pensiero è ben espresso, quando, parlando del ciclo arturiano, disse “…è legato alla religione cristiana e ne parla esplicitamente. Per motivi che non starò qui a spiegare ciò mi sembra fatale. Il mito e la fiaba devono, come tutte le forme artistiche, riflettere e contenere fusi insieme elementi di verità morale e religiosa ma non esplicitamente.”(3) ; non deve essere esplicito perché come già detto, sta alla sensibilità del lettore percepire ciò che l'opera gli può dare.

Dire che il “ Signore degli Anelli” è un'opera cattolica è perciò errato, è più esatto dire che in essa vi sono elementi cattolici. Leggendo non si avverte l'intenzione di impartire alcun insegnamento cattolico, solo analizzando il comportamento dei personaggi ci si accorge che il loro atteggiamento riflette quelli che sono ideali cristiani, (l'autore stesso riscontra la presenza di elementi cristiani unicamente durante la correzione), egli ha riversato se stesso in essa ed è ovvio che l'autore faccia comportare i suoi personaggi “buoni” come egli creda sia meglio, anche se bisogna sottolineare il fatto, che tratta di ideali di tale profondità che anche persone non religiose possono condividere.

Archetipi come quello che nessuno ha diritto di togliere la vita, l'assenza del male assoluto ,quindi che nessuno è in origine completamente malvagio, che il cattivo può diventare buono e viceversa, come la pietà e la compassione, l'amicizia profonda, la fedeltà, il senso del sacrificio e del dovere, il coraggio e la giustizia, la vittoria del bene senza mezzi malvagi e come il fatto che anche la persona più piccola può cambiare il corso degli eventi… sono concetti talmente profondi, antichi, universali che vanno al di là della politica o della religione.

Molte sono state le controversie vicende e i tentativi erronei di classificare l'opera, ciò non sarebbe avvenuto se l'opera non fosse di grande merito ed influenza; sarebbe ridicolo privarsi per tali futili motivi del piacere di leggere un siffatto esempio di arte letteraria.

 

Note

1)_Endòre-La rivista della Terra di Mezzo

2)_ La Realtà in trasparenza- Lettere/J.R.R.Tolkien

3)_ La Realtà in trasparenza- Lettere/J.R.R.Tolkien


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